La Riforma del Terzo Settore parte dal Servizio Civile. Intervista al Sottosegretario Luigi Bobba
Tutti i numeri, i tempi e le novità del Servizio Civile Universale spiegati a SCM da uno dei suoi principali artefici
La Riforma del Terzo Settore comincia a prendere corpo. Nella giornata di ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, ha approvato in via preliminare il primo decreto legislativo che attua la legge delega di riforma del Terzo Settore (legge 6 giugno, 106).
A quindici anni dalla sua istituzione (legge 6 marzo 2001, n. 64) il provvedimento si candida a ridisegnare la struttura del Servizio Civile per trasformarlo da Nazionale in Universale. “Questo passaggio rappresenta una svolta, soprattutto sul piano politico culturale” dichiara a ServizioCivileMagazine il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Bobba.”Lo Stato si impegna a creare i presupposti affinché, progressivamente, tutti i giovani che scelgono di fare Servizio Civile possano vivere questa esperienza, alle nuove condizioni che il decreto legislativo ha cristallizzato e che adesso verranno esaminate dalle competenti commissioni della Camera”. Il provvedimento, infatti, seguirà l’iter di approvazione solo dopo aver acquisito i pareri della Conferenza Unificata e delle competenti commissioni Parlamentari sulle tante novità introdotte dal decreto.
Aumentano i settori di intervento del Servizio Civile Nazionale e vengono attribuite allo Stato le funzioni di programmazione, controllo, verifica e valutazione del servizio civile universale. Viene previsto un modello flessibile di Servizio Civile, con una durata da modulare in base alle esigenze di vita e di lavoro. Si sancisce, definitivamente, la possibilità per gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia di partecipare agli interventi di Servizio Civile Nazionale e si introduce la mobilità in itinere per i volontari che potranno scegliere di effettuare il Servizio, per un periodo di tre mesi, in uno dei Paesi dell’Ue. Sono istituite, inoltre, la Consulta nazionale per il servizio civile universale e la Rappresentanza nazionale dei volontari, a livello nazionale e regionale, “quali organismi di confronto in ordine alle questioni concernenti l’attuazione del servizio civile universale”.
Ma, come ci spiega il Sottosegretario Bobba, due sono gli aspetti che incideranno profondamente sulla natura del Servizio Civile determinandone un salto in avanti: “Uno è la programmazione triennale che rappresenta per gli enti una prospettiva di investimento concreto, in termini di formazione, sui giovani che coinvolgono nella realizzazione dei loro progetti. Al contempo, questo nuovo modus operandi garantirebbe alle istituzioni la possibilità di fissare obiettivi prioritari rispondenti alle necessità del Paese. Si pensi ad esempio all’emergenza migranti e rifugiati, tema su cui bisogna concentrare fortemente l’attenzione in questo momento storico”.
Per Bobba la seconda novità di rilievo sta nella profonda attenzione che verrà riservata alle problematiche dei giovani con minori opportunità “mettendo così a frutto ciò che abbiamo imparato dall’aver implementato il Servizio Civile nel programma europeo Garanzia Giovani”. “La scelta di fare Servizio Civile fino ad oggi è stata abbastanza lontana nei giovani che sono fuori dai circuiti di istruzione, di relazione, di socialità positiva” precisa Bobba. “Con il Servizio Civile Universale verranno introdotti meccanismi di premialità per tutti quegli enti che ingaggeranno, in via prioritaria, giovani con meno opportunità”.
Il Servizio Civile Universale si candida quindi a diventare uno straordinario progetto e strumento di inclusione e partecipazione giovanile che, nel suo realizzarsi, contribuisce al progresso materiale e spirituale del nostro Paese. Tuttavia, ogni grande progetto richiede un forte investimento. E’ per questo che nel testo del decreto è scritto espressamente che “tutte le risorse previste nella legge di stabilità 2016 per la legge di riforma del Terzo Settore vengano indirizzate sul fondo nazionale del Servizio Civile”. 146 milioni di euro si andrebbero quindi ad aggiungere ai 111 già previsti nella Legge di Stabilità, garantendo l’avvio in servizio di circa 45.000 giovani a fronte dei 20.000 pronosticati. Ma c’è una condizione: l’iter legislativo deve concludersi entro il 31 dicembre. “Se rispetteremo i tempi riusciremo a stanziare 257 milioni di euro che ci consentiranno di mantenere il tasso di crescita che questo governo ha determinato negli ultimi anni”.