Quando un giovane straniero si candida a difendere la nostra Patria

di Enrico Maria Borreli

(di Enrico Maria Borrelli)

enrico_maria_borrelliLa Corte Costituzionale, in una sentenza del 2008 relativa al Servizio Civile Nazionale, ha affermato che il dovere di difendere la Patria deve esser letto alla luce del principio di solidarietà di cui all’art.2 della Costituzione, accogliendo così un’accezione assai ampia del concetto di difesa della Patria.

  Tale concetto va esteso al campo dei doveri di solidarietà economica e sociale, oltre che politica, e suscettibile di tradursi in una sorta di “collaborazione civica” promossa e organizzata dallo Stato che adempie al dovere di solidarietà, di cui al citato art.2, e a quello di concorrere al progresso materiale e spirituale della società di cui all’art. 4 comma 2 della Costituzione. In questa cornice normativa e culturale si inserisce l’attuale dibattito sull’ammissione degli stranieri residenti ai bandi di servizio civile. L’adempimento dei doveri di solidarietà e dei corrispettivi diritti sociali che in questi ultimi anni la Corte Costituzionale ha riconosciuto ai non cittadini rende tutti coloro che partecipano alla comunità dei diritti e dei doveri, in base ad una scelta non giuridicamente imposta del luogo ove stabilire la propria permanente residenza, parti di una “comunità di diritti e doveri, più ampia e comprensiva di quella fondata sul criterio della cittadinanza in senso stretto” che “accoglie e accomuna tutti coloro che, quasi come in una seconda cittadinanza, ricevono diritti e restituiscono doveri”.

 

Non sussiste quindi il rischio di un conflitto tra opposte lealtà di un cittadino straniero residente in Italia, al proprio o al nostro Paese, nel senso di quel dovere sociale che ogni cittadino adempie nei confronti della propria nazionale se, come visto, la finalità del servizio civile nazionale è anche quella di promuovere la solidarietà e la cooperazione a livello nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona ed alla educazione alla pace tra i popoli. Vale quindi la pena chiedersi se nel solo servizio civile vi siano ancora ostacoli ad estendere il concetto di cittadinanza, e con essa i relativi diritti e doveri, agli stranieri che hanno scelto il nostro Paese per risiedervi.