Alemanno-Gabrielli: un mismatch nazionale
Con l’Italia sommersa dalla neve, i treni e gli aerei fermi, le autostrade interrotte e la capitale trasformata dai cittadini in una gigantesca pista da sci, si torna a parlare finalmente di Protezione Civile. (Enrico Maria Borrelli)
Lo scontro tra il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, ha quantomeno il merito di far tornare a parlare dei problemi della protezione civile. Competenze e responsabilità, materiali e mezzi, risorse economiche. Di chi è la responsabilità di quanto accaduto a Roma? E in tutta Italia? Perché Alemanno accusa Gabrielli di essere un passa-carte e altri sindaci plaudono all’efficienza del sistema di protezione civile? “Il sindaco é autorità comunale di protezione civile. Al verificarsi dell'emergenza nell'ambito del territorio comunale, il sindaco assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al prefetto e al presidente della giunta regionale.” Così recita la legge 225/92 che istituisce il Servizio Nazionale della Protezione Civile che continua: “ogni comune può dotarsi di una struttura di protezione civile”. Solo “quando la calamità naturale o l'evento non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del comune, il sindaco chiede l'intervento di altre forze e strutture al prefetto, che adotta i provvedimenti di competenza, coordinando i propri interventi con quelli dell'autorità comunale di protezione civile.” Al di là del Comune di Roma e del suo sindaco, cosa stanno facendo tutti gli altri comuni d’Italia? A che stanno i piani comunali di emergenza, la costituzione dei gruppi comunali, la dotazione di materiali e mezzi, le campagne di informazione sull’auto-protezione dei cittadini? Ne discuteranno solo alla prossima nevicata o prenderanno atto che c'é bisogno di investire nella prevenzione per evitare altre vittime?