Pietro Zanella, delegato SC: "Il servizio civile va rilanciato"

di Gianfranco Mingione

“Siamo in un periodo difficile - afferma Pietro Zanella, delegato del Veneto - il sociale ormai da anni è sotto il mirino, come altri ambiti, di tagli economici ed il Servizio Civile ne risente molto”. Prosegue il nostro approfondimento dei temi affrontati durante l’ultima assemblea dei delegati dei volontari in servizio civile. (Gianfranco Mingione e Daniele Santuliana)

Pietro_Zanella

Dopo le dichiarazioni di Enrico Maria Borrelli, Presidente di Amesci e di Corrado Castobello, che rappresenta assieme ad altri tre colleghi i delegati in Consulta, diamo la parola a Pietro Zanella, delegato dei volontari del Veneto. Nei prossimi giorni seguirà il racconto di Giusy Iannaci, delegata siciliana.

La riflessione di Pietro:

E’ necessario riformare il servizio civile.
“Spesso la rappresentanza dei volontari, supportata anche da studi, ha cercato e cerca di farsi sentire su questa problematica perché a parer mio si è arrivati ad un punto in cui è necessaria una riforma strutturale della situazione su cui verte questa esperienza fondamentale sia per i servizi alla cittadinanza che per la formazione dei giovani.
Parlo di riforma strutturale affinché cambi proprio la mentalità di tutte la parti coinvolte con il fine di portare un miglioramento della situazione e gestione dei fondi destinati al Servizio Civile. Mi riferisco ad esempio alla condizione dei volontari ormai trattati come “lavoratori” con un contratto atipico, sui quali bisogna puntare per poter sostenere associazioni e garantire manodopera a basso costo (ipotetica ottica da parte degli enti), come ammortizzatore sociale (ottica dello Stato) e di conseguenza anche la scarsa considerazione della proposta formativa ai giovani in cammino.
L’esperienza del Servizio Civile rischia di perdersi e sminuirsi per questi fattori!
Occorre che gli studi e le riflessioni a riguardo vengano presi in considerazione dalle figure preposte per poter rilanciare tale esperienza e far sì che diventi una potente “arma sociale” (a proposito di difesa della patria in modo nonviolento) sulla quale lo Stato possa basarsi per formare degli uomini e delle donne che si sentano parte della comunità in cui vivono”.

Vi racconto il mio servizio civile.
“Ho prestato Servizio Civile da settembre 2009 a settembre 2010 per la Caritas Diocesana Veronese nel Centro di Pastorale Adolescenti e Giovani.
Sin dai primi giorni ho visto che si stava aprendo un mondo sotto ai miei occhi, del quale non mi ero mai accorto. Ho avuto l’onore e l’onere di relazionarmi con ragazzi di diverse età con i quali ho condiviso una parte del loro percorso di crescita spirituale; ho osservato la realtà dei senza fissa dimora, spesso nascosti ed emarginati dei quali ho potuto conoscere la cultura e grandezza.

La scoperta della rappresentanza e i problemi riscontrati.
“Il percorso sia di formazione che esperienziale mi ha fatto guardare dentro e pormi interrogativi profondi, alcuni dei quali mi hanno portato ad assumere il compito di rappresentante dei volontari del Veneto.Da qui è partita un’altra esperienza, impegnativa e parallela a quella del mio progetto di servizio civile. Essere delegato non è facile sia per la poca considerazione ricevuta, sia per il poco tempo a disposizione. Inoltre l’eredità ricevuta dagli scorsi delegati era nulla e sia il fatto di dover partire da zero sia il mancato affiancamento hanno inciso molto sul mio operato.
Nonostante ciò, sono fiducioso e il detto che la speranza è l’ultima a morire lo tengo vivo dentro di me, seppure a volte le nostre aspettative vengano deluse".