Speciale SCM “10 anni di servizio civile”: le storie di Valeria, Luisa ed Elvira

di Gianfranco Mingione

Il nostro spceiale non poteva non far sentire le testimonianze dei giovani in servizio civile. Sono loro che ogni giorno concretizzano i prìncipi e le finalità di questa esperienza di cittadinanza attiva. In occasione dell'anniversario del decennale e del 150esimo dell'Unità d'Italia abbiamo voluto riunire le storie di tre volontari del nord, del centro e del sud Italia: Valeria Schiavi, Emilia Romagna, Luisa Zedda, Sardegna ed Elvira Buono, Campania (Gianfranco Mingione, Daniele Santuliana, Giovanni Paolo Maria De Cerchio)

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Valeria Schiavi

di Daniele Santuliana

Ho prestato servizio all’interno di un asilo nido e scuola materna. Il mio progetto sin da subito mi ha posto dinnanzi all'incontro e al confronto con l’altro e per me è stato davvero speciale: come se “vivessi per la prima volta”. Ogni giorno aprivo la porta colorata del mio asilo pronta a essere sommersa dalle urla, dalle risate e anche dai pianti dei “miei” bambini. Essendo gestita da una cooperativa sociale, Casa Morgana presta una particolare ai bambini bisognosi: extracomunitari, disabili, specialmente autistici, seguiti da un centro di recupero per madri ex tossicodipendenti. Ogni giorno c'era una nuova sfida da affrontare, un nuovo capriccio o qualche pannolone in più da cambiare. C'era una manina nuova che mi cercava e una vocina in più che imparava a dire il mio nome. Aprivo quella porta pronta a essere inondata da una quotidianità speciale. Ci sono stati giorni più “colorati”, per esempio il pigiama party coi grandi che a settembre sarebbero andati alle elementari: un'intera notte passata in compagnia di favole, peluches e i sorrisi dei bimbi. Durante quest'anno mi è stato spesso domandato come mai ho deciso di diventare volontaria del servizio civile. Rispondo “rubando” le parole allo scrittore brasiliano Paulo Coelho: “Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati ad avere piena coscienza di ogni tua azione”.

ValeriaSchiaviEmiliaRomagnaVolevo anch'io lasciare un segno, ecco quindi la decisione di candidarmi come rappresentante regionale. Attraverso questa “esperienza nell'esperienza” ho davvero capito che un volontario può fare la differenza specialmente a livello sociale. Umberto Galimberti ne L'ospite inquietante ha sollevato un problema che riguarda i giovani d’oggi: ormai non si dice più “noi” ma “io”, rifugiandosi nello pseudonimo di se stessi, abbandonando le ideologie. Normalmente diciamo NOI volontari, NOI rappresentati: direi che può essere sintomo di cambiamento. Spero che ognuno possa vivere i suoi “primi” 365 giorni.


Luisa Zedda

di Gianfranco Mingione

LuisaZeddaSardegnaDuemila battute per il servizio civile potrebbero trasformarsi in 2000 risate con il servizio civile. Questo forse rappresenta meglio l’anno trascorso in servizio. Tante risate, mescolate a tanto impegno e sacrificio. Parlando della mia esperienza di servizio civile dovrei usare il plurale, perché non riesco a scindere il tempo passato in servizio dalle persone che l’hanno condiviso con me, Tiziana e Francesca (volontarie di servizio civile) e tutte le persone del mio Ente, che giorno per giorno ci hanno accompagnato nel percorso di formazione, rivelandosi degli amici ed essendo volontari loro stessi, favolosi compagni di viaggio!

In questi 12 mesi di servizio civile ho avuto il privilegio di svolgere attività di promozione del volontariato e attività che mettano i giovani nella condizione di sperimentare concrete opportunità di cittadinanza attiva. Questo mi ha messo a diretto contatto con l’entusiasmo che ci circonda, entusiasmo che parte dai giovanissimi che decidono di impegnarsi in prima persona per cambiare le cose. È stata l’occasione migliore per conoscere il territorio dove vivo e capire da quanta energia vitale sia composto. È stata una soddisfazione aver avuto il compito di poter offrire ai miei coetanei delle opportunità in cui incanalare queste energie. Ho avuto la possibilità di vivere il mio servizio in un ambiente multiculturale, di lavorare con volontari provenienti da tutte le parti del mondo, di dividere con loro l’ufficio e spesso e volentieri anche il tempo libero.

Inoltre l’essere stata eletta come rappresentante regionale mi ha permesso di conoscere giovani con la stessa motivazione e passione provenienti da tutte le altre regioni italiane. Poter unire le forze e avere obiettivi comuni da nord a sud è stato motivo di orgoglio per tutti coloro che sono portavoce delle realtà di servizio civile italiane. Soprattutto in quest’anno particolare in cui più che l’Unità territoriale italiana vogliamo celebrare l’unione di sogni ed idee di tutti i giovani di questa nazione, che anche attraverso l’opportunità di servizio civile vogliono continuare a tenere viva questa nazione e riempirla di passione e concretezza.

Il mio periodo di servizio civile è finito ma continuo a collaborare col mio ente e questo mi permette di mettere a frutto tutto quello che ho imparato fino ad ora e continuo a sostenere l’importanza della cittadinanza attiva, della difesa della Patria non armata e non violenta.


Elvira Buono

di Giovanni Paolo Maria De Cerchio

ElviraBuonoAbruzzoIl mio cammino inizia nel settembre 2009. Parto dalla mia città (Napoli) per attraversare quasi tutta l’Italia ed arrivare a Cremona. L’ente che mi ha permesso si svolgere il SC fuori dalla mia città di residenza è una delle più grandi strutture dedicate ai disabili: l’Istituto Ospedaliero di Sospiro. Il mio progetto, denominato “Acqua Speciale”, un corso di nuoto per persone disabili, è stata un’ opportunità per loro di imparare dei movimenti che magari al di fuori di quella piscina loro non avrebbero potuto fare. L’acqua li rendeva così agili e così spensierati che persino io dimenticavo la loro realtà.

Da quando ho iniziato quest’esperienza mi sono sentita subito rinata: l’impatto che ho avuto con loro ha dato vita ad un energia speciale dentro di me,  il mio essere interiore si modificava giorno dopo giorno, maturava sempre di più e sempre di più mi rendevo conto di quanto fosse importante fare anche un piccolo gesto, dare anche un semplice aiuto a chi è meno fortunato di noi. Ci sarebbero tante cose da dire, tante emozioni che nemmeno su di un foglio possono essere riportate; ciò che ho fatto magari è solo una piccola goccia d’acqua in mezzo all’oceano però io so che tra quelle gocce c’è anche la mia.

Alla fine di tutto posso dire che … non sono stata io a fare qualcosa per loro ma sono stati quei magnifici ragazzi che hanno regalato tanto a me, con il loro affetto, con il loro amore mi hanno fatto CRESCERE! E oggi io sono ancora qui a ringraziarli.

Il Servizio Civile: una fase della vita!{jcomments on}