Quirinale, i 28 giovani Alfieri di Mattarella: in pandemia testimoni di speranza

di Redazione

Sergio Mattarella premia i ragazzi under 18 anni che, nel primo anno di pandemia, hanno dato prova di amicizia e amore verso l'altro, traducendo i valori su cui si poggia la nostra Repubblica.

mattarella Il capo dello Stato ha conferito ieri gli attestati d'onore di 'Alfiere della Repubblica' a giovani che nel 2020 si sono distinti "per l'impegno e le azioni coraggiose e solidali, e rappresentano, attraverso la loro testimonianza, il futuro e la speranza in un anno che rimarrà nella storia per i tragici eventi legati alla pandemia". Accanto ai 28 attestati d'onore sono state assegnate anche tre targhe "per azioni collettive, che traggono anch'esse ispirazione dai valori di altruismo e dal profondo senso di responsabilità, in questo periodo di emergenza sanitaria". Una onorificenza nata nel 2010 che l'attuale inquilino del Colle ha rinvigorito a inizio mandato facendola diventare una consuetudine.

E quest'anno il premio ha un significato particolare, perché sono proprio i giovani ad aver pagato forse di più le conseguenze del Coronavirus, costretti a sacrifici e chiusure,da cui, tuttavia, hanno tirato fuori quanto di buono potevano, mettendosi a disposizione della comunità. Atti esemplari, che difficilmente trovano le luci della ribalta o che riempie le pagine delle cronache dei quotidiani, e che Mattarella invece ha voluto far emergere.

Riccardo, Silvia, Diego, Alice, Giuseppe tutti giovani eroi che si sono messi in gioco per il bene comune. La più piccola si chiama Silvia Artuso, 9 anni, residente a Albino (Bg), che è riuscita a trasmettere nei giorni più duri del lockdown forza e speranza, attraverso la lettura quotidiana, videoregistrata, di un libro a lei caro, che ogni giorno inviava ai compagni di classe. Il suo impegno, la sua costanza sono diventati un esempio e un incoraggiamento in momenti drammatici per tutta la comunità civile. Angelo de Masi, 18 anni, residente a Trani, che nel lungo periodo di Didattica a distanza ha aiutato i compagni in difficoltà con gli strumenti digitali e i mezzi informatici evitandogli l'esclusione dalla Dad. Angelo ha voluto ricambiare l'amore e il sostegno ricevuto dai suoi compagni quando ha perso la mamma e a LaPresse non nega: "Ero felice e ai professori dissi che era la prima volta che usavo il telefono nel modo corretto, anziché stare su Instagram e Facebook". A Giulio Carchidi, 18 anni, residente a Gasperina (CZ), è bastato intensificare la sua opera di volontariato. In un momento difficile per il paese ha contribuito alla raccolta del sangue.

L'onorificenza, spiega, lo ha colto di sorpresa: "Non me lo aspettavo proprio - dice a LaPresse nella prima intervista della sua vita - per fortuna ero seduto".

 

(Fonte articolo: LPN - Focus - fonte foto: Secondo welfare)