L'informazione è un servizio civile. La parola ai giovani

di Anna Laudati

n1148048667_140222_2131Un’editoriale sui generis quello scritto in apertura della nuova versione di ServizioCivileMagazine. Invece che autocelebrare questo giornale rivolto ai giovani, desidero riportare alcune osservazioni dei collaboratori della testata, perchè giovani aspiranti giornalisti ed impegnati tra lavoro, università, stage all’estero e in progetti di cittadinanza attiva.

Uno di loro, uno tra i più giovani, è addirittura uno scrittore. Questo è ServizioCivileMagazine un giornale online edito da Amesci, nato alcuni anni fa, senza troppe pretese, ma con un unico forte desiderio di dar voce ai giovani per parlare ai giovani. I giovani che costruiscono il cambiamento.

Quali giovani? Quelli che trascorrono i loro anni “più belli” seguendo e facendo politica, leggendo i giornali, leggendo libri, quei giovani che sono attenti al cambiamento e che vogliono essere parte attiva del cambiamento. Insegnare che l’informazione è un servizio civile è la mission di questo giornale.

Il servizio civile ha cambiato e continua a cambiare la vita dei nostri ragazzi, anche se in numero sempre minore a causa della diminuzione dei fondi ad esso riservati. Ma chi ha dato voce a questi circa 250mila ragazzi che dal 2001 ad oggi hanno realizzato progetti in giro per l’Italia? Noi. ServizioCivileMagazine ha una rubrica tutta dedicata ai volontari, ragazze e ragazze, che hanno, in poche battute, raccontato, intervistati da ex volontari in servizio civile aspiranti giornalisti, il loro entusiasmo per il Servizio Civile nazionale istituito nel 2001.

Giovani che parlano ai giovani.  Di seguito i pensieri liberi sul giornalismo di Vinicio Marchetti, Caterina Ferrara e Andrea Sottero di SCMagazine. 

foto_marchetti_edit"Fare il giornalista è come essere pilota d'aereo. Quando sei tu che guidi puoi condurre i passeggeri alle mete desiderate, ma se subisci un dirottamento allora la situazione cambia e diventa decisamente grave. Un giovane giornalista deve essere in grado di compiere un'importante scelta personale: scrivere per se stesso o per il lettore. E' un onore quando senti che dalla tua penna può nascere una notizia in grado di informare e accrescere il bagaglio culturale di altre persone. Diventa un onere quando le tue informazioni, nel bene o nel male, possono spingere la gente ad avere reazioni. Servizio Civile Magazine è un giornale nato per informare i giovani, scritto dai giovani.

Ognuno di noi può scrivere ciò che ritiene più giusto, dalla cronaca alla cultura. La cosa che più ho apprezzato è stata questa incondizionata fiducia in ciò che scrivevamo. Le nostre opinioni, le nostre idee. Qualcosa che, detta così, sembra la più semplice delle normalità. Tutt'altro. Noi non abbiamo mai avuto qualcuno che ci ascoltasse, perchè avremmo dovuto fare diversamente? Il giornalismo, se indipendente, ti offre l'opportunità di farti ascoltare, se lo pratichi, e di informarti, se lo segui. Servizio Civile Magazine è giornalismo indipendente". - Vinicio Marchetti. Napoli

         

foto_ferrara_edit"Non ho mai guardato e mai guarderò al giornalista come al portatore di una qualche verità. Certamente è qualcuno che, usando come strumento la carta stampata, la televisione e in nuovi mezzi di comunicazione quali il web e i social network, fa luce su fatti apparentemente oscuri, lontani e complessi, che influenzano la nostra vita direttamente o indirettamente. Politica,cronaca, società, sport,… Il suo ruolo è far emergere nel pezzo tutte le voci, raccontando i fatti non solo nella loro interezza, ma secondo molteplici punti di vista, in maniera completa ed esaustiva.

Solo questo permette al lettore e, dunque, al cittadino, di farsi una idea propria su quanto accade nel mondo, perché con tutti gli elementi del caso alla mano, può ricostruire in maniera obbiettiva il filo logico di ogni accadimento. Il giornalista, quindi, senza la pretesa di essere un eroe o un guru, assolve ad un arduo compito civile e morale: costui mette sotto gli occhi e sotto il naso di tutti quel che si sa e quel che non si sa o, piuttosto, non si vuol far sapere. Venendo ai giovani è importante sottolineare due aspetti: ciò a cui deve puntare un giovane giornalista e quelle che sono le aspirazioni di un giornalismo di informazione per i giovani.

Grazie al nostro giornale viviamo entrambe le ambizioni, che sono quelle di raggiungere quella fetta di popolazione che nello stato attuale di cose è la più debole, disorientata e disinformata. Noi giovani di oggi siamo forse quelli più sfortunati delle ultime generazioni, il futuro per noi non esiste, esiste solo il domani, viviamo alla giornata con la netta sensazione, purtroppo, di essere adulti imprigionati nella vita di ragazzini. Ma questi giovani vogliono sapere, questi giovani hanno voglia di fare, di inventare e reinventarsi, pertanto, carta e penna sono per noi lo strumento con cui li incoraggiamo, gli offriamo opportunità, li induciamo alla riflessione.

Con Servizio Civile Magazine la speranza trasmessa ai giovani proviene dai noi giovani stessi e questo è il nostro punto di forza perché ci fa sentire parte di un’orchestra e non dei solisti. Il mio dovere nel presente mi è chiaro, ma nel futuro posso solo desiderarlo ed è quello di non temere ogni volta che utilizzo la parola come arma – per difendermi, per farmi valere, per far sapere – una ritorsione o una censura. Temo che oggi si scriva con più paura, e un giornalismo di omissioni che giornalismo è?" - Caterina Ferrara. Napoli

 

foto_sottero_edit"Mi piace l'idea di iniziare queste poche righe dalle critiche (potenziali) al nostro magazine: un giornale scritto per i giovani da un gruppo di giornalisti (o aspiranti tali) giovani non è un'idea innovativa. Nel panorama editoriale italiano, online e cartaceo, gli esempi sono più di uno. ScM non è nemmeno il migliore tra questi: una copertura delle notizie ancora troppo limitata, un entusiasmo dei suoi collaboratori che si scontra spesso con l'inesperienza, malgrado gli sforzi di un direttore dalla pazienza invidiabile. 

Ma la squadra di ScM vuole crescere e si sta impegnando per farlo. Si pone un obiettivo -diventare un punto di riferimento per l'universo giovanile- e lo accompagna a un grande valore aggiunto: la libertà. Non mi è mai capitato personalmente, nè ho mai sentito altri lamentarsi, che una proposta di articolo fosse stata bocciata dal direttore o dall'editore perchè politicamente o commercialmente inappropriata. Una linea editoriale che va consolidandosi avendo come base questo principio tanto semplice quanto comunemente disatteso è una ventata di ottimismo verso chi cerca di imparare sul serio il mestiere del giornalista. Ed è una garanzia per i suoi lettori.  

Mi piace essere, per una volta, idealista -io che di solito sono tendenzialmente cinico- e pensare che compito di chi scrive un giornale sia quello di indagare la notizia nel bene e nel male. Non importa se la sua idea personale traspare nel pezzo pubblicato, ma che sia stato in grado di fornire tutti gli strumenti utili al lettore perchè questo possa arrivare ad una sua conclusione. Possibilmente non viziata. ScM è una gran bella palestra per esercitare questo tipo di responsabilità. Perchè diciamocelo, al di là dei luoghi comuni e delle chiacchiere da bar (o da talk show), la libertà è sì un diritto inalienabile, ma è anche un dovere che richiede sforzi di entità tale da desiderare,  molte volte -troppe volte!- di rinunciarvi. I nomi dei giornalisti che hanno pagato con la vita la loro fedeltà a questo principio sono lì a ricordarcelo ogni giorno". - Andrea Sottero. Torino