Mi è venuta una gran voglia di andarmene...
Scrivo questo editoriale dopo aver letto tutta di un fiato, la "Lettera aperta all’Italia, investitori e startup" di Augusto, Marco e Michele, pubblicata su questa testata nella rubrica "Belli, bravi, italiani". Tutta di un fiato poichè, Augusto Marinetti, con ciò che racconta della loro storia e del loro sogno che ha potuto prendere forma solo in America, mi ha trasmesso insieme entusiasmo, rabbia, speranza, felicità, rancore, amore per l'Italia ma anche rassegnazione e insieme voglia di dimostrare che gli italiani sono un popolo di pensatori, di genialità, di lungimiranti, di viaggiatori, ma anche che la stessa Italia si è dimenticata che per prendere quota e volare sempre più in alto deve investire sui giovani. Un piccolo particolare? No, non per noi.
Nella lettera Augusto ad un certo punto scrive: "A Roma in una famosa piazza c’è scritto in gigante: “…un popolo di combattenti, navigatori, esploratori, poeti, avventurieri, scrittori, viaggiatori, ed eroi”. Questa frase mi fa sentire orgoglioso, perché è vero, lo eravamo… ma se penso ad adesso e a tutti quelli investitori vari che ho incontrato in questi due anni, (circa 50 persone) vi posso dire con rammarico che quel popolo non esiste più".
La mia riflessione in merito è stata: Quale speranza ha la nostra terra di trovare soluzioni, di crescere economicamente e culturalmente se non investe su giovani come Augusto, e anzi permette che uno come lui, (in realtà sono tantissimi che sono andati via e che continuano ad andarsene), vada via, fuggendo in un età in cui ha solo da dare alla propria Patria e permette che i suoi progetti vengano realizzati in altri paesi? Nessuna speranza. Un'Italia che si lascia sfuggire tali occasioni è un'Italia che è destinata al fallimento.
"Mi è venuta una gran voglia di andarmene", il titolo che ho dato all'editoriale, è una frase che ho letto in uno dei tantissimi messaggi lasciati dai ragazzi italiani alla Lettera di Augusto pubblicata su blog.tagliaerbe.com.
I commenti di questi giovani sono tutti da leggere, ma più che da leggere, devono far riflettere in modo approfondito e coscenzioso tutti gli italiani responsabili della fuga dei loro figli, quelli maggiormente dotati di idee, intelligenza, preparazione ed intuito. Ciò è proprio un controsenso e una follia!