Servizio Civile, il baluardo dei giovani italiani

di Enrico Maria Borrelli

L’editoriale del Presidente del Forum Nazionale Servizio Civile

enrico maria borrelli

L’inserimento del Servizio civile nel DL Rilancio assume un significato importante: riconosce la funzione sociale di questo istituto, la sua capacità di contribuire al rilancio del Paese e, prima di tutto, l’impegno di un sistema nel quale operano migliaia di organizzazioni sociali, di enti locali e, soprattutto, di giovani motivati ad offrire un contributo al benessere del Paese. 

Il rilancio dell’Italia ‘dopo Covid’ non si avrà con un ritorno alla normalità di ieri, così piena di anomalie e diseguaglianze, ma ripensando alle forme e agli strumenti che determinano il benessere delle persone. 

La centralità dell’uomo negli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 segnala l’inadeguatezza degli attuali modelli politici ed economici, colpevoli di aver determinato, peraltro, quella frattura generazionale che sta minando le radici delle società moderne e ne impedisce di valorizzare il loro maggiore potenziale di crescita: i giovani. 

Tutt’altro che bisognosi di propagande, i giovani chiedono di essere ingaggiati, coinvolti, incoraggiati nelle loro multiformi espressioni, sostenuti. In un panorama di programmi pubblici inadeguati ed evidentemente inefficaci, il servizio civile rappresenta per i giovani un baluardo. 

Ogni anno, grazie alla generosa disponibilità delle migliaia di enti accreditati, lo Stato può chiamarli a raccolta, coinvolgerli in progetti che fortificano la socialità, tutelano i beni comuni, educano alla cittadinanza, all’impegno civico, alla solidarietà verso i più deboli, al rispetto delle regole, degli altri e delle diversità. 

Ogni anno, i giovani raccolgono questo invito e si fanno Stato. Uno Stato dai tratti insoliti: vivo, pulsante, prossimo. Uno Stato che cresce insieme ai suoi giovani, perché anche loro crescono, si formano, si proiettano verso la vita adulta ed il mondo del lavoro.

Chi svolge servizio civile ne resta entusiasta e lo rifarebbe (96,7%), continua a fare volontariato e ad impegnarsi in cause sociali (72%), ritiene di aver accresciuto le proprie competenze sociali, professionali, comunicative, relazionali (95,2%), pensa di aver imparato a fare delle cose che gli saranno utili nel futuro a livello professionale (80%), cambia idea sul proprio futuro lavorativo (20%), trova lavoro entro 12/18 mesi (52%). Esiti sorprendenti che fanno del servizio civile una politica moderna, efficace, vantaggiosa, sostenibile. 

Il servizio civile italiano ha ispirato altri paesi europei, dal Service Civique francese ai Corpi Europei di Solidarietà promossi dall’Unione, perché rappresenta un modello di intervento che rafforza la resilienza della comunità, coinvolge le persone a diversi livelli, attori e beneficiari, distribuisce l’enorme carico delle sfide sociali tra lo Stato e i cittadini, ricostruisce senso di identità e coesione. 

Tutto questo non può valere per l’Italia e per noi tutti poco più di 150 milioni all’anno, salvo imprevisti. La misura di ciò che realmente occorre ai bisogni di un Paese abbiamo imparato a conoscerla durante l’emergenza Covid. 

E’ giunto il momento di rendere il servizio civile una politica strutturale del nostro Paese, con investimenti stabili e adeguati, ed è per questo motivo che invitiamo tutte le forze politiche a fare ogni sforzo necessario, a mettere da parte le divergenze, ascoltare i giovani che hanno vissuto questa esperienza, per trarne le ragioni ed il coraggio che occorrono alle riforme. 

Per il 2020 chiediamo al Governo che siano finanziati tutti i progetti depositati entro il prossimo 29 maggio. Chiediamo al Governo l’opportunità di ricucire l’Italia. Insieme.