Elezioni europee, più del 50% di giovani al voto e il 68% per la pro Unione

di Redazione

Alle elezioni europee di maggio si è avuto un aumento del 50 per cento di giovani e il 68 per cento degli elettori si dice convinto che il proprio paese tragga beneficio dall'appartenenza all'Unione europea

eurobarometro

Il Parlamento europeo ha pubblicato i risultati sondaggio Eurobarometro che, condotto nelle settimane successive alle elezioni, ha visto quasi 28mila cittadini in tutta l'Ue rispondere a domande sulla loro partecipazione alle elezioni europee e sulle ragioni che li hanno motivati a votare. "I cittadini hanno votato in queste elezioni europee sulla base di un sostegno molto forte per l'Ue e con una convinzione più forte che la loro voce abbia un peso", ha affermato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. L'affluenza complessiva alle elezioni europee del 2019 è aumentata di 8 punti, raggiungendo il 50,6 per cento, la più alta partecipazione dal 1994 e segnando, per la prima volta dal 1979, un'inversione di tendenza nella partecipazione alle elezioni europee. Gli aumenti più significativi sono stati registrati in Polonia (+22 punti percentuali), Romania (+19 punti percentuali), Spagna (+17 punti percentuali), Austria (+15 punti percentuali) e Ungheria (+14 punti percentuali).

Il 42 per cento dei cittadini di età 16/18-24 anni ha infatti risposto di essersi andato a votare. La partecipazione dei giovani è quindi aumentata del 50 per cento rispetto al 2014, quando era stata di appena il 28 per cento. Si registra inoltre l'aumento del 34 per cento dell'affluenza degli elettori in fascia di età 25-39 anni, che è passata dal 35 per cento del 2014 al 47 per cento (+12 punti percentuali). La partecipazione al voto dei giovani e di chi ha votato per la prima volta supera gli aumenti di affluenza registrati per le altre fasce d’età.

I risultati dell'Eurobarometro mostrano che il sostegno dei cittadini all'Unione europea resta elevato: confermando i sondaggi pre-elettorali, il 68 per cento degli intervistati (+1 punto percentuale rispetto a febbraio/marzo 2019) afferma che il loro paese ha tratto beneficio dall'appartenenza all'Ue. Inoltre, si è registrato un aumento anche del numero di cittadini che ritengono che la loro voce conti nell'Ue: il 56 per cento degli intervistati condivide tale opinione, con una crescita di 7 punti da marzo 2019 e il risultato più alto da quando è stata posta questa domanda per la prima volta, nel 2002. Considerando i motivi per i quali la gente è andata a votare nel 2019, il dovere civico è la ragione invocata più frequentemente, dal 52 per cento degli elettori intervistati, con un aumento di 11 punti in più rispetto al 2014. Rispetto alle elezioni europee del 2014, molti più cittadini hanno votato anche perché' a favore dell'Ue (25 per cento, +11 punti percentuali) o perché' ritengono di poter cambiare la situazione attuale col loro voto (18 per cento, +6 punti percentuali).

"Il Parlamento europeo e le sue elezioni sono entrati a far parte della normale vita democratica dei cittadini. Tuttavia, queste elezioni sono state più di una semplice espressione del dovere civico. I cittadini hanno votato perché' erano a favore dell'Ue, perché' credono di poter cambiare le cose votando. Il Parlamento europeo deve ora essere all'altezza di queste aspettative", ha sottolineato Sassoli. Prendendo in considerazione tutti i 28 Stati membri, un maggior numero di elettori si è recato alle urne perché' a favore dell'Ue rispetto al 2014, in particolare in Germania (39 per cento, +14 punti percentuali), Irlanda (27 per cento, +15 punti percentuali), Italia (23 per cento, +14 punti percentuali) e Spagna (23 per cento, +15 punti percentuali.

L'Eurobarometro post-elettorale ha anche analizzato le ragioni politiche che hanno indotto i cittadini a votare alle recenti elezioni europee. Le principali questioni che hanno avuto un impatto sulla decisione di votare sono state: l'economia e la crescita (44 per cento), il cambiamento climatico (37 per cento), e i diritti umani e la democrazia (37 per cento). Il 36 per cento degli intervistati ha citato "il modo in cui l'Ue dovrebbe lavorare in futuro" come questione di primaria importanza. In 16 paesi, gli intervistati hanno citato l'economia e la crescita come ragione di voto più importante, mentre in 8 paesi i cittadini hanno indicato il cambiamento climatico. Questo sondaggio post-elettorale del Parlamento europeo è stato condotto come Eurobarometro. I 27.464 interpellati sono stati intervistati faccia a faccia da Kantar, per il Parlamento europeo, in tutti i 28 Stati membri, selezionati fra la popolazione generale con un’età pari o superiore ai 15 anni. Le domande sono state poi filtrate sui partecipanti in età di voto, da 18 anni o più (eccetto 16 in Austria e Malta, e 17 in Grecia). Il sondaggio è stato svolto dal 7 al 26 giugno 2019. 

(Fonte: Agenzia Nova / Fonte Foto: Kmetro0)