Terzo Settore, alla Campania il primato per l’aumento delle organizzazioni non profit

di Giuseppe Meccariello

Per Nicola Caprio, Presidente di CsvNapoli, l’associazionismo è il “motore dello sviluppo locale sostenibile”

CaprioNicola

Secondo l’ultimo Rapporto Istat sulla “Struttura e profili del settore non profit”, nel 2017 si è registrata una crescita generale del Terzo Settore in Italia (qui l’articolo di ServizioCivileMagazine). In particolare, l’espansione ha toccato i picchi più alti nelle regioni del Meridione, con la Campania al primo posto. Nella nostra intervista il Presidente di CsvNapoli Nicola Caprio ha approfondito il tema, individuando le cause della crescita ed elencando i benefici che questa ha portato al territorio.

In un Sud sempre più aperto al Non Profit, secondo il Rapporto Istat pubblicato nei giorni scorsi, la Campania risulta al primo posto per la crescita del numero delle istituzioni dal 2016 al 2017. Quali sono i motivi?

Il dato emerso dal Rapporto è un elemento estremamente importante e confortante per chi lavora quotidianamente per lo sviluppo e per il sostegno nel mondo del Non Profit. I motivi di questo primato della Campania vanno ricercati in diversi ambiti sociali, economici e culturali.  Il Terzo settore cresce come risposta a due crisi, una causa dell’altra. La crisi economica che ha investito l’Italia, particolarmente il Mezzogiorno, ha profondamente inciso sul perimetro del disagio sociale.

Negli ultimi anni si è assistito contemporaneamente ad un aumento dei bisogni, sia quelli tradizionali che “nuovi”, legati alla crisi del mercato del lavoro, soprattutto per giovani, e al bisogno di autonomia, in particolare per anziani (in costante aumento, come emerso dal Rapporto Svimez 2018) e disabili, visti solo come destinatari di pacchetti di servizi assistenziali e non personalizzati. Consequenziale alla crisi economica si osserva la profonda messa in discussione del welfare state, caratterizzata da una netta contrazione delle risorse pubbliche destinate al sistema dei servizi alla persona, prevalentemente assistenzialistico. In tale contesto si inserisce la crescita di un impegno sociale volto al raggiungimento di cambiamenti sociali concreti e advocacy.

Un altro elemento che sicuramente ha favorito la crescita del numero, ma anche della qualità, degli Enti del Terzo settore nel Mezzogiorno, ed in particolare in Campania, è l’attenzione posta all’infrastrutturazione sociale nel sud dalla rete dei Centri di Servizio per il Volontariato che hanno visto il proprio insediamento nelle regioni meridionali circa 15 anni fa e dalla nascita della Fondazione con il Sud che grazie alle risorse messe in campo ha "incoraggiato" la nascita di Enti del Terzo Settore, composti prevalentemente da giovani.

Quali sono i benefici che lo sviluppo del terzo settore e dell’economia collegata portano alla Campania?

Le analisi dei dati restituiscono alcuni segnali confortanti. Lo sviluppo del Terzo settore e dell’economia collegata ha inciso prevalentemente su due questioni che, secondo me, sono cruciali: hanno diminuito l’emorragia di giovani laureati dalla Campania verso le altre regioni italiane e hanno favorito l’ingresso nel mercato del lavoro di un numero importante di donne, che in questo ambito è superiore rispetto a quello degli uomini (il 71,7% dei dipendenti del Terzo Settore a livello nazionale è di sesso femminile, contro il 28,3% di uomini). Le esperienze della Fondazione di Comunità San Gennaro alla Sanità e della Fondazione Quartieri Spagnoli si inseriscono in questo panorama, costituendo due importanti esempi per lo sviluppo dei processi citati.

L’impatto positivo del Terzo settore nella Campania non è, però, da ascriversi esclusivamente al dato economico, ma anche al ruolo che l’associazionismo campano stesso ha avuto nei cambiamenti culturali per lo sviluppo locale sostenibile e per la responsabilità sociale. L’attenzione ai beni comuni e collettivi, l’aver favorito un rinnovato protagonismo dei giovani anche grazie al servizio civile, la sperimentazione di pratiche di intervento sociale innovative per lo sviluppo delle comunità, l’aver diffuso con più forza concetti diversi quali: gratuità, dono e cittadinanza attiva. Ciò rappresenta, a mio avviso, un patrimonio irrinunciabile per lo sviluppo della coesione sociale nella nostra regione.

Quali iniziative specifiche ha realizzato o sta realizzando il CSV Napoli per promuovere il volontariato sul proprio territorio e favorire la partecipazione dei giovani?

Il CSV Napoli fin dalla sua nascita ha lavorato molto per promuovere il volontariato sia a Napoli che nei comuni dell’area metropolitana. A tale fine sono state realizzate due tipologie di attività. Per prima cosa, gli sportelli territoriali del CSV Napoli, che hanno l’obiettivo di promuovere e sviluppare il volontariato e le sue reti (attualmente sono attivi gli sportelli dell’area nord, area costiera e area nolana).
Poi, le Officine del volontariato, iniziative aperte alla cittadinanza con l’obiettivo di promuovere la solidarietà e la partecipazione diretta dei cittadini, realizzate in collaborazione con le reti locali di volontariato.
Molta attenzione è stata, inoltre, posta nel favorire il protagonismo diretto dei giovani. In tal senso le principali attività che il CSV Napoli realizza in questo ambito sono: “Scuola e volontariato”, campi di formazione al volontariato, vale a dire progetti avviati al fine di avvicinare i giovani ai valori e principi del volontariato e della cittadinanza attiva, e gli sportelli di orientamento al volontariato, attivati presso le sedi universitarie. Questi ultimi hanno l’obiettivo di avvicinare e coinvolgere i giovani studenti al mondo del volontariato e diffondere le iniziative del Csv e incentivare le varie forme di protagonismo giovanile.

Sia nei percorsi formativi che in quelli mirati alla promozione del volontariato, CSV Napoli è impegnato da tempo nell’identificazione e validazione delle competenze. Sull’argomento, oggetto di dibattito alla recente Conferenza Nazionale dei Csv, tenuta a Trento, sono in corso lavori su scala nazionale per definire un modello condiviso da tutti i Csv in Italia.

Come rileva il rapporto Istat, investire sulle competenze del volontariato e dei volontari può favorire anche la nascita di imprese sociali, dunque creare economia ed occupazione per un territorio. Il servizio civile può giocare un ruolo in questo processo?

Il servizio civile svolge un ruolo determinante nell’attuale panorama del Terzo settore e quindi dell’economia locale. Le conoscenze, le competenze e oserei dire le emozioni, acquisite durante l’esperienza di servizio civile, rappresentano per molti giovani una base concreta per costruire percorsi di crescita personale e collettiva che hanno portato alla nascita ed allo sviluppo di alcuni Enti che risultano essere tra i più attivi e dinamici del mondo del privato sociale locale.

(Foto: CSVNapoli)