In viaggio tra i Giovani della seconda generazione. Intervista a Imen, 25enne tunisina

di Anna Laudati

Scambio interculturale e confronto interreligioso. Imen: Dobbiamo condividere spazi e idee per poter vivere pacificamente.  "Salam aleikom", la pace sia su di voi. Prosegue l’inchiesta del nostro giornale volta a conoscere i cosiddetti Giovani della II generazione, figli di immigrati, nati in Italia, che studiano, lavorano, sono impegnati nel sociale e in vari campi professionali.(di Gianfranco Mingione)

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In questa seconda intervista, Imen Ben Mohamed, 25 anni, tunisina, vive in Italia da quasi undici anni. Laureata in Economia della Cooperazione Internazionale allo Sviluppo alla Sapienza di Roma, svolge associazionismo ed è membro attivo dell’Associazione "Giovani Musulmani d'Italia". Ma il suo impegno si profonde anche nel Forum Nazionale dei Giovani, dove è vicepresidente della commissione Famiglia, Lavoro e Politiche Sociali. Musulmana praticante, Imen ci porta per mano nei luoghi del confronto e dello scambio interculturale e interreligioso, dove ogni giorno si vive la realtà e ci si imbatte in luoghi comuni, vizi e virtu’ di una società che non può piu’ fare a meno del dialogo e della comprensione tra le culture: “Dobbiamo condividere - afferma Imen - spazi e idee per poter vivere pacificamente”. E poi ci svela la sua via per vivere positivamente la propria cultura d’origine e quella adottiva. Da giovane donna che vive tra la forte presenza della propria cultura d'origine e quella d'adozione, che idea ti sei fatta del confronto interculturale? Sapresti definirlo anche sulla base della tua esperienza? Non saprei dirti. E' difficile spiegarlo perché vivo tra due importanti e forti culture, quella islamica e quella italiana. Qui in Italia mi trovo meglio dal punto di vista religioso poiché riesco a praticare la religione senza la forte influenza di alcuni limiti imposti dalla tradizione, che non condivido molto e nella maggior parte delle volte sono contro i principi dell'Islam. Solitamente si affronta il dialogo interreligioso e interculturale attraverso tavole rotonde, a cui partecipano vari testimonial di culture e religioni diverse, che non vanno oltre quei momenti di discussione. Da ragazza vivo quotidianamente il confronto, ad esempio, nella mia vita universitaria, al lavoro e in tutti i luoghi di natura sociale. In questo mio viverlo ce sia un lato positivo che negativo.

Puoi farci qualche esempio in positivo e in negativo? Qualche esempio positivo: con gli amici italiani all'università, mentre studiamo insieme, ed arriva  l'orario della preghiera, mi ricordano di farla se mi dimentico; oppure quando usciamo insieme, sapendo che non bevo alcolici, anche loro non li prendono etc. Qualche esempio negativo: nei mezzi oppure in qualsiasi posto pubblico a volte mi capita che la gente mi osserva male e lancia qualche battuta sia sul fatto che sono musulmana sia sul fatto che non sono di origine italiana! Anzi, mi è capitato soprattutto dopo l'11 settembre, su ogni autobus oppure in strada di aver sentito nient’altro che parole tipo "terrorista, talebana, mo questa ci fa esplodere etc.” A volte anche dai conducenti dei mezzi pubblici. Dopo poco tempo tutto è passato, la gente ha dimenticato finché non succede qualche altro evento tragico ed ecco che tutto ritorna come prima. Come nel caso della storia di Hina e Sanaa, dove i commenti si sono indirizzati sullo stereotipo del ruolo della donna, l’uso del velo visto come una costrizione ed ecco le frasi tipo “ma poverina come fai a stare con questo velo!! Sei obbligata vero? Ma non hai caldo con questo coso in testa ??? ma voi quando vi fate la doccia vi togliete il velo?”.  In fondo, credo che il confronto interculturale sia il saper prendere il meglio dalle proprie culture. Nel mio caso cerco di prendere il meglio sia dalla mia cultura d'origine sia da quella adottiva. Credo che ciò possa davvero arricchire, arricchirmi e portarmi ad accettare le realtà così come sono senza dover influenzare o cambiare l'una o l'altra cultura.

La religione viene sempre piu' "usata" come "arma di distruzione di massa" volta a sostenere  atti di violenza tra culture e popoli diversi. Come si può costruire un mondo diverso, abitato da diverse culture religiose che sappiano coesistere pacificamente tra loro? Come hai affermato nella domanda, spesso la religione viene "usata" da persone che non ne conoscono o mal interpretano il suo reale significato. Persone che non vivono la religione ma la "utilizzano" per scopi politico-economici. Non sono le religioni a sbagliare ma gli uomini. Se veramente si interpretasse la religione per la sua natura reale non succederebbero conflitti, violazioni dei diritti e della dignità umana. E' consuetudine, ad esempio, tra noi  musulmani, salutarci con una formula che spiega molto chiaramente ciò che voglio dire:  "salam aleikom" ("la pace sia su di voi"). L'Islam non parla di violenza bensì di pace e sottomissione volontaria a Dio, quindi nessuna costrizione. Purtroppo, alle volte, ascoltando i media in generale, si ha un riflesso quasi sempre negativo o legato a fatti negativi in merito a noi musulmani (terrorismo, divisioni, reati etc). Finché ci sarà un pregiudizio contro le religioni non ci sarà mai un mondo diverso. Dobbiamo trovare un ponte di conoscenza per dialogare. Dobbiamo condividere spazi e idee per poter vivere pacificamente.

Cosa ne pensi dell'attuale percorso che bisogna intraprendere per ottenere la cittadinanza nel nostro Paese? La situazione italiana è veramente pessima. Ce stato un lieve miglioramento con la nuova legge che permette di prendere la cittadinanza ai giovani che sono arrivati in Italia all'età di tre anni. Rimane però la condizione disumana per noi che siamo arrivati in questo Paese un pochino piu’ grandi e non siamo piu’ tornati nei nostri paesi di origine e ci troviamo attualmente a rischio di espulsione (o allo status di clandestini) nel caso in cui non troviamo un lavoro a contratto a tempo indeterminato oppure non ci iscriviamo all'università. La maggior parte di noi, al compimento dei 18 anni, passa dal permesso di soggiorno per motivi familiari al permesso di soggiorno per motivi di studio che prendiamo sempre scaduto o che sta per scadere. Pensate solo ad una cosa molto semplice, per molti giovani neolaureati italiani come partire per l'estero per svolgere un corso o partecipare ad altre attività formative o lavorative. Bene, per noi, per me non è così semplice se non impossibile. Dopo la recente Laurea avrei voluto partecipare ad un corso in Turchia ma non sono potuta partire a causa di una ricevuta del permesso di soggiorno che mi hanno consegnato scaduta e quindi dovrò aspettare l'appuntamento di metà giugno per poter presentare la domanda di rinnovo. In poche parole ciò ha comportato il mio non partire perché finché non presento e non prendo un nuovo permesso valido non potrò mai partire per l'estero. Ed il permesso lo prendo sempre due giorni prima della scadenza...