Sicilia. Sì lo voglio. Matrimonio gay in chiesa
Alla vigilia del Pride il punto sui diritti della comunità lgbt (di Monica Scotti)
“Si lo voglio”. E’ la frase di rito con cui si suggella un’unione, una frase così antica e così familiare che quasi la si da per scontata, anche se non possono pronunciarla tutti: in Italia, infatti, non è riconosciuto alle coppie omosessuali il diritto di ufficializzare le loro unioni attraverso il ricorso all’istituto del matrimonio o a nuove forme giuridiche di unione civile. E’ proprio nel nostro paese, ancora fermo a infruttuosi dibattiti su DICO, PACS e affini, che un “si impossibile” fa notizia. E’ successo a Trapani, dove il 7 aprile scorso (la notizia è inizialmente passata sotto silenzio) è stato celebrato dal pastore di una chiesa Valdese il primo matrimonio gay di Sicilia.
Sull’altare si sono giurate amore eterno due donne, C.H e B.K, entrambe tedesche e già civilmente sposate in Germania. Alla cerimonia hanno preso parte duecento invitati, fra amici e parenti, giunti a bordo di pullman per assistere allo scambio di voti fra le due innamorate, alle prese con formule e inni pronunciati in italiano e in tedesco (e in alcuni passaggi, anche in inglese) con tanto di testi video proiettati su uno schermo alle spalle del pulpito. Se questo episodio fa pensare ad un passo in avanti simbolico nel complesso percorso del riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto omosessuali e non, dato il testo distensivo da parte dei rappresentati delle chiese protestanti in Italia, non si può dimenticare che in materia al bel paese spetta il ruolo di fanalino di coda in Europa.
Dopo la recente approvazione in Portogallo di una legge che autorizza i matrimoni fra persone dello stesso sesso, sale a sei (Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Norvegia e ora Portogallo) il numero dei paesi dove lesbiche e gay possono convolare a giuste nozze, senza dimenticare altre forme di unione civile già validate in numerosi stati europei, come la Germania, l’Ungheria, l’Inghilterra etc. Insomma: siamo in ritardo e la comunità lgbt, attualmente impegnata nella preparazione dell’evento Pride nazionale che si svolgerà il 26 giugno a Napoli, lo fa notare. “Alla luce del sole” è lo slogan della manifestazione, per la quale è stato realizzato uno spot lanciato in questi giorni su youtube che sta spopolando sui social network.
Sulle note della partenopea “Dringhete drà” una verace fruttivendola dispensa “finocchi freschi”, mentre dietro di lei la gente incuriosita guarda e ragazzi e ragazze si baciano in un’esplosione di colori. “E’ un lavoro onesto che vuole giocare sui pregiudizi e i luoghi comuni che si associano alla condizione di omosessuale e alla città di Napoli capovolgendoli a nostro vantaggio” spiega Giordana Curati, presidentessa del circolo Arcilesbica Napoli e membro del comitato Pride “Il nostro scopo è stare fra la gente, dimostrare che non c’è nulla di strano nel rivendicare una vita dignitosa, una vita normale fatta dei diritti e dei doveri che spettano ad ogni essere umano”.