Sentenza dell'Utri. I giovani: La corruzione ci allontana dalla politica
Si dice che noi giovani siano disinteressati e distanti dalla politica, è vero. Ma chiediamoci il perchè e chiediamoci anche come avvicinare i giovani alla politica e come fare per tenerli aggiornati su cosa accade nel nostro paese. (Claudia Gorgoglione)
Lungo ed estenuante (per chi?) il tortuoso percorso che ha condotto lo storico cofondatore di Forza Italia – Marcello Dell'Utri - alla condanna di sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. I rapporti con Cosa Nostra sono stati puniti scontando due anni dopo cinque giorni di camera di consiglio; nove erano infatti gli anni di reclusione previsti per il Senatore della Repubblica. Bontade, Riina e Provenzano le conoscenze tabù a lui attribuite. Come se, svegliatici da un lungo e profondo sonno, scoprissimo oggi i rapporti politica-mafia.
Stupore nei volti, indignazione negli occhi...e favole da raccontare. Ma in un periodo in cui la politica italiana è fortemente infangata da storie di droga ed orge e verosimilmente la Chiesa si trova a combattere la Chiesa stessa nelle persone dei suoi rappresentanti più audaci – per usare un eufemismo – noi giovani, fatichiamo a credere alle favole. Sarebbe interessante, a proposito di fiabe, capire quali metafore utilizzerebbe il buon Esopo per spiegare questa surreale situazione. La politica del suo tempo ovvero l'amministrazione della polis non mancava di sporchi giochi e sotterfugi ma, nemmeno un uomo dalla fervida immaginazione avrebbe potuto mai immaginare il tono di grigio in cui, l'amministrazione del Nostro Stato è giunta.
E non ci sono colori a salvarci. Né ideologie (l'ultima volta che se ne è sentito parlare credo si trattasse di una quarantina d'anni fa per bocca di qualche sognante fricchettone, dopodichè silenzio fu). E l'indignazione per questi avvenimenti non è solo una questione morale. Si dice che i giovani siano disinteressati e distanti dalla politica, è vero. Ma chiediamoci perchè. Alla domanda se conoscessero Dell'Utri 10 ragazzi su 20 hanno risposto di averlo sentito vagamente nominare, forse in televisione o di aver letto distrattamente il suo nome su una qualche rivista. Quasi l'altra metà dei ragazzi ha ammesso di sapere chi fosse, di aver capito che fosse nei guai ma senza conoscerne le cause. Solo qualcuno ha capito di cosa stessimo parlando ed uno solo ha argomentato "Un'altro caso di politico malato".
A torto o ragione noi giovani ci affidiamo al giudizio di chi ne sa più di noi, ma è scandaloso come questa gente possa governarci e rappresentarci. Noi li scegliamo offrendo loro un atto di fiducia per poi scoprire che sono persone corrotte e moralmente basse. Se questa è l'immagine, la percezione e la sostanza del nostro Paese, noi giovani non solo non ci sentiamo rappresentati ma ci vergognamo e non poco. Parole sante. (foto adnkronos.com)