Riapre la scuola tra proteste e novità come quella di inviare sms direttamente ai genitori quando i figli non si presentano all'appello in classe

di Gianfranco Mingione

Oggi oltre tre milioni di studenti rientrano a scuola tra e-book, pagelle online, riforma degli indirizzi di studio delle superiori e assenze comunicate ai genitori via sms. Oltre le novità introdotte, rimane forte la protesta di docenti e precari che ieri hanno bloccato lo stretto di Messina per svariate ore. (Gianfranco Mingione)

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Come ogni anno è tempo di rientrare a scuola per gli studenti. Una scuola che riapre con molti cambiamenti e non poche proteste da parte di docenti, precari e genitori. Intanto vediamo i principali cambiamenti per gli studenti.  

Innovazioni tecnologiche che rivoluzioneranno, o almeno dovrebbero, la scuola italiana. Dall’introduzione e diffusione delle lavagne multimediali, all’incentivazione dell’e-book, il libro digitale, fino alla lettura della pagella sui siti delle scuole. La cosa che meno piacerà, soprattutto agli affezionati del saltare scuola, è la possibilità da parte degli istituti di appuntare sistemi di controllo delle assenze attraverso sms inviati ai genitori quando i ragazzi saranno assenti. Agli studenti di quarta e quinta superiore di certo non piacerà. Segno dei tempi che cambiano, di un mondo sotto costante osservazione che assume sempre piu’ le sembianze del preveggente Orwell e del suo lungimirante 1984. 

Riorganizzazione degli indirizzi delle scuole superiori. Il ministero definisce la riorganizzazione delle scuole superiori una riforma epocale e ripensa i quadri orari, forte del giudizio dell’OCSE, che al riguardo afferma che “è statisticamente provato che una durata d’istruzione più lunga (tempo ore) non ha in generale un impatto benefico sui risultati di apprendimento. […] E’ pertanto auspicabile una riduzione della durata dei singoli insegnamenti facendo tuttavia salve attività critiche quali matematica e materie scientifiche” (Fonte www.istruzione.it).

L’obiettivo, a detta sempre del Ministero, è quello di ridurre la frammentazione che colpisce da sempre la scuola italiana, favorendo una migliore scelta da parte dei ragazzi. I licei saranno suddivisi in 6 indirizzi e si introducono il liceo delle scienze umane e il liceo musicale e coreutico. Ancora piu’ importante la riorganizzazione dei tecnici e professionali.

Nei primi si passerà da 10 settori e 39 indirizzi a due settori – economico e tecnologico – e 11 indirizzi. Le ore di classe scendono da 36 a 32 – l’ora di lezione passa da 50 minuti a 60 minuti – e vengono intensificate le ore di laboratorio e insegnamento della lingua inglese e delle scienze integrate. Gli istituti professionali passeranno dagli attuali 5 settori e 27 indirizzi a due macro settori – servizi e industria e artigianato – con 6 indirizzi. Anche qui le verranno ridotte da 36 a 32 come nei tecnici. Materie. Potenziato l’insegnamento delle discipline scientifiche e delle lingue. Al quinto anno delle superiori una materia non linguistica sarà insegnata in lingua inglese.  

Promossi o bocciati? Per non rischiare la bocciatura nella scuola secondaria, gli studenti dovranno conseguire la sufficienza in tutte le materie e non superare i 50 giorni di assenza. Per chi non raggiunge il 6 in tutte le materie rimane la sospensione del giudizio, un po’ come il vecchio rimandare a settembre, e gli alunni sospesi dovranno recuperare le insufficienze prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, pena la bocciatura. 

Il voto in condotta, nelle medie e superiori, sarà espresso in decimi e con una nota di commento. Alle superiori farà media e con l’insufficienza si verrà bocciati (il 5 verrà applicato soprattutto per gravi violazioni e non prima di avere inflitto una sanzione disciplinare).  

Maestro unico e tempo pieno. Il maestro unico sarà introdotto dalle classi prime della scuola elementare e sarà affiancato da altri insegnanti; il tempo pieno aumenterà, per il bienno 2009-2011, del 3,05%: “nel prossimo anno scolastico le classi a tempo pieno, grazie all’eliminazione delle compresenze, passeranno da 36.493 a 37.275” (Fonte www.istruzione.it).

Nessuna novità invece sul versante delle proteste da parte di docenti e precari. Può tirare un sospiro di sollievo il Ministro Gelmini che da questo punto di vista troverà la stessa, se non maggiore, aspra critica verso i tagli della legge 133 e la riforma del scuola. Una protesta che ha visto proprio ieri scendere sulle due sponde dello stretto di Messina circa 4.500 precari (circa la metà per la questura).

Un luogo simbolico quello dello stretto, scelto per ribadire che le priorità della scuola sono ben altre che un ponte (che forse non vedremo mai realizzato): tutela della scuola pubblica e dei posti di lavoro. I partecipanti alla protesta hanno chiesto il ritiro del provvedimento del governo con il quale si cancellano 130 mila posti di lavoro entro il 2011, e le dimissioni del Ministro Gelmini, protagonista di una politica fallimentare e distruttiva sul settore della conoscenza. 

Il Ministro, dal canto suo, definisce la giornata odierna “una giornata storica” per il mondo della scuola: “La scuola italiana - dichiara la Gelmini - cambia e parte la riforma che era attesa da decenni. Viene completamente ridisegnata la struttura della superiore, all'insegna della chiarezza e della modernità” (fonte www.repubblica.it).

Una scuola, sottolinea il ministro, con un “maggior collegamento tra scuola e lavoro, più attenzione alle materie scientifiche, più inglese e rilancio dell'istruzione tecnica e professionale” (fonte www.repubblica.it).  

Chiarezza e modernità. Chissà cosa avrebbe risposto un precursore dei tempi come Pasolini su questi due termini. Sebbene sia importante saper introdurre rinnovamenti in ogni tipo di sistema, soprattutto in quelli cruciali come l’istruzione, sul quale si basa al diffusione del sapere, resta difficile comprendere o accettare come si possa rinnovare, modernizzare e chiarire un sistema se a questi rinnovamenti non corrono di pari passo adeguati investimenti atti a far competere il nostro sistema d’istruzione, formazione professionale e ricerca in quello globale.

E qui viene facile comprendere il significato di una delle domande poste al Ministro Gelmini dall’Assemblea delle scuole milanesi, formata da docenti, genitori e studenti che, proprio raccogliendo l’invito del Ministro a porle quesiti ai quali certamente avrebbe risposto, le ha indirizzato dieci domande specifiche: “I paesi Ocse - si legge alla terza domanda - spendono in media il 5,7% del prodotto interno lordo per il sistema scolastico e l’Italia il 4,5%, come lo spiega?”  

Va bene introdurre lavagne multimediali, e-book, innovativi sistemi di controllo degli studenti “segaioli” e quant’altro sia utile, ma come la mettiamo con le scuole fatiscenti, con le aule piene di studenti (il benedetto rapporto studente - professore?), senza adeguati dispositivi di sicurezza (circa 15 mila edifici scolastici non sono a norma, quasi uno su due), senza un pizzico di colore sulle pareti. Sì, come la mettiamo?  

E allora qual è la scuola reale? Quella del ministero o quella di coloro che protestano?.

Il pensiero, in anni bui e tempestosi come questi, non può non andare a quanti trovano anche il tempo, dopo le proteste e le riflessioni del caso, di rimboccarsi le maniche per non far sprofondare la nave “Scuola”. Non bisogna smettere di parlare di quell’equipaggio spesso silenzioso fatto di giovani insegnanti, giovani ricercatori, giovani assistenti, collaboratori scolastici, studenti, genitori, dirigenti che non si scoraggiano e provano ad andare avanti. Non bisogna smettere di parlare e aiutare quei giovani che faticano ad andare avanti, che si sentono poco gratificati socialmente ed economicamente.

Si, come la mettiamo, con tutto questo mondo signor ministro?

Per approfondire le novità introdotte: www.istruzione.it

Le dieci domande poste al Ministro Gelmini: www.ilfattoquotidiano.it

(foto informaverona.it)