I giovani bocciano la "Scuola"

di Giuseppina Ascione

Una ricerca condotta da "Comunicazione Perbene" evidenzia l'insoddisfazione dei giovani rispetto alla scuola che vivono ogni giorno e i bisogni che ne derivano. In rete critiche e proposte.  (Giuseppina Ascione)

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Cosa sognano i giovani? Una scuola al passo con i tempi, con insegnanti più attenti alle esigenze dei loro studenti. Sognano professori in stile Robin Williams nel film 'L'attimo fuggente' o come Julia Roberts in "Monnalisa Smile", un ideale di insegnante dall'approccio moderno, attento alle diverse personalità che si trova di fronte, dal comportamento confidenziale e rassicurante.

Due su tre bocciano la scuola di oggi, e nonostante gli sforzi del Ministro Gelmini per migliorarla, gli studenti, nei loro racconti sul web, spesso assegnano all'istituzione scolastica, ancora arenata su metodi troppo tradizionali e spesso "ingialliti", un tondo zero. La ricerca condotta dal sociologo Saro Trovato, per l'Associazione Comunicazione perbene, è stata condotta su un campione di 1.600 studenti (scuola media e superiore) e realizzato attraverso un monitoraggio su blog, forum, community specializzate sul mondo tra i banchi, e sui più importanti social network, tra cui Facebook e Twitter. 

Tutti gli aspetti sui quali si sono interrogati i ragazzi, dall'adeguatezza degli spazi in cui studiano, ai metodi usati dai professori, dall'efficacia dei programmi e le materie studiate, all'introduzione di nuove tecnologie. Infatti, la maggior parte dei giovani intervistati vede nell'avvento di Internet tra i banchi di scuola il cambiamento radicale nel modo di apprendere.

Le proposte lanciate in rete sono tante: dai murales fatti per colorare le pareti (31%) e professori più giovani (35%), a quella più esplosiva di utilizzare Smartphone, iPad e videogiochi in classe (67%). Se le materie devono rimanere uguali per forza (27%), studiarle con i new media le renderebbe almeno digeribili (75%), oltre a migliorare il rapporto tra compagni di classe e con l'insegnante (61%). 

Un esperimento che guarda l’Universita’ di medicina di Stanford metterà in atto il prossimo anno, fornendo alle matricole ben 90 iPad per studiare. "Quella che emerge dallo studio - spiega il presidente dell'associazione, Saro Trovato - è solo una visione parziale della scuola, quella degli studenti, ma dalle loro riflessioni nascono molti spunti critici". "Prima di tutto, molti degli edifici scolastici italiani sono vecchi e fatiscenti, e un ambiente degradato può indurre a comportamenti spesso devianti". Infatti i giovani intervistati dicono che le loro classi sono fatiscenti (61%), le pareti sporche e con colori deprimenti (43%), sedie scomode e banchi in stato pietoso (71%).  

Per non parlare delle aule spesso buie e con le inferriate alle finestre, più simili a carceri che a luoghi di apprendimento (37%), dell'assenza di un aula dove rilassarsi per la ricreazione (48%) e di quelle aule di informatica con computer inutilizzabili (73%). Ma non è solo la struttura risentire dello stile ormai "trapassato", a essere alquanto attempati, per i giovani, sono molti professori nei loro metodi di insegnamento e la stessa organizzazione che non si adegua ai tempi e non riesce a stare al passo con la società. Al posto di muri segnati dal tempo,infatti, vorrebbero murales colorati e la possibilità di personalizzare lo spazio dove apprendere le basi del loro futuro. Non capiscono perché devono essere costretti a studiare il pensiero di qualcuno che è morto 500 anni fa o delle formule matematiche incomprensibili e che non servono a nulla, o a utilizzare programmi che sono rimasti uguali a quelli di 50 anni fa e non poter apprendere attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie che ormai li circondano.

"I ragazzi vivono in un contesto multimediale - fa notare Trovato - che non è quello dei modelli pedagogici passati. La scuola può scegliere se farsi amici e alleati i giovani. Certo, il conflitto generazionale ci sarà sempre, ma nuovi metodi di apprendimento possono avvicinare studenti e professori. E invece, se si dà un'occhiata alle community sulla scuola, si nota come quel contesto venga spesso deriso". Gli studenti non si sentono a proprio agio tra i banchi (73%). C'è chi la considera un luogo di tortura (21%) e chi non ha un buon rapporto con il proprio insegnante (63%). 

Inoltre c'è chi parla di programmi troppo 'antichi' (56%) e di metodi di insegnamento noiosi e tradizionali (49%). E chi si lamenta perché i professori hanno l'età dei loro nonni (39%), chi li considera poco preparati (27%) e li accusa di stare in classe solo per torturarli, senza cercare mai di istaurare un rapporto alunno-insegnante (19%). Non mancano critiche anche più crudeli come: gli si vede la dentiera quando parla (23%), va vestito come uno del medioevo (31%) o ha un alito insopportabile (17%) e una cantilena quando spiega che ti fa addormentare (48%). 

Ecco perchè molti sognano di poter utilizzare la tecnologia moderna per studiare da una parte (65%) e rilassarsi e divertirsi con i compagni durante l'intervallo dall'altra (71%). C'è infatti chi propone internet in classe, come supporto per trovare subito ciò che interessa. "Oggi i ragazzi non sono abituati a consultare l'enciclopedia quando vogliono saperne di più su qualcosa, ma vanno su Wikipedia - fa notare il sociologo -  perchè il presente e futuro è Internet". "Se non si capisce questo e non si adottano nuovi linguaggi, quella ventata di aria fresca non ci sarà. Non sono i grandi classici e le materie che vanno mutate, ma il modo di farle apprendere, perchè gli studenti di oggi non sono quelli di ieri". 

Lo studio evidenzia poi che molti vorrebbero lasciare i libri a casa e studiare attraverso le applicazioni di iPad e Smartphone, utilizzandoli come strumenti di apprendimento (67%). Molti ragazzi impazzirebbero, invece, all'idea di utilizzare videogiochi, come ad esempio quelli in grado di riconoscere movimenti e voci degli individui permettendo di interagire fisicamente con il gioco, durante l'ora di educazione fisica(73%) o durante l'intervallo per divertirsi con i compagni (69%). O ancora c'è chi dichiara che studierebbe e imparerebbe molto di più se si facessero delle attività o dei giochi interattivi in cui si sfiderebbero i compagni di classe sui programmi studiati (53%). 

"L'eBook deve essere il futuro - spiega Trovato - e mamndare in soffitta i libri, spesso troppo pesanti e già poco letti in Italia. La tecnologia può creare comportamenti e modelli positivi e invogliare gli studenti a correre a scuola". "E invece fuggono, perchè l'austerità, la severità, non vanno più bene per i giovani di oggi, che ragionano con una velocità incredibile. La scuola è il riflesso di un Paese vecchio, dove a decidere è una classe che di giovane ha ben poco".