"Sposata?" "No, sono... single"

di Veronica Centamore

L'importanza delle parole. Usi e consuetudini che cambiano. Per noi donne un toccasana. Prima le donne senza marito superata una certa età (dai 25 in poi) venivano definite zitelle, zite, signorine, ora sono delle donne single e in carriera. Viva "Sex and the city". (Veronica Centamore)

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'Zitella' deriva da 'zita', e significa semplicemente 'fanciulla' termine associato al concetto di verginità. Se così fosse nessuna sarebbe più zitella, visti i tempi. Per strani motivi oggi il senso di questa parola è invece diventato l'incubo di ogni donna. Zitella nell'immaginario collettivo sarebbe la donna che nessuno ha voluto sposare e solitamente la si immagina acida, secca, brutta e trasandata. Quella che non batte chiodo e che non avendo marito sarebbe una seccatrice. Se la zitella poi è pure in età piuttosto avanzata, ecco che questo termine prende un'accezione ancora più crudele, e diventa quindi anche 'racchia', rompiscatole, petulante. Insomma, il pensiero comune, almeno fino a qualche tempo fa era che chi rimaneva zitella era inevitabilmente una persona sgradevole, perchè senza marito.

Aggiungiamo poi il ciclo mestruale e i suoi effetti sugli sbalzi d'umore che il gioco è fatto. Questo termine risulterebbe inadatto alle giovani 30/35 enni fascinose dei nostri tempi che magari si ritrovano a vivere questa condizione per pura scelta avendo preferito, ad es., prima affermarsi lavorativamente rimandando sempre "a dopo" il momento dell'amore o quantomeno della relazione stabile. Quelle stile "Sex and the city" per intenderci. Oggi, per fortuna, questo brutto termine si usa sempre meno, sostituito ormai dal più "politicamente corretto": single. Essere "single" non è una vergogna, anzi! Le donne single (è per scelta soprattutto) sono sempre di più. La differenza tra l'essere 'zitella' e 'single' sta... nell'essere felici o meno in questa condizione.

La causa di tutto questo può risidere nel fatto che la nostra società non è abituata a gestire questa nuova figura di donna, conseguenza anche del fatto che "i tempi sono cambiati" e che con l'emancipazione della donna anche il ruolo all'interno della stessa ha subito un'evoluzione. Come vivono le donne però questa attesa? Ecco dove sta il vero problema. Esistono diverse tipologie di single. Le selezionatrici. La single per scelta è una selezionatrice ovvero colei che non si accontenta del primo che passa e che preferisce aspettare diciamo... il treno giusto. Moltissime ragazze temono, anzi sono letteralmente terrorizzate dall'idea di non trovare un fidanzato, e finiscono così per viversi ogni situazione in funzione di quello, sono le ricercatrici, e l'avvento dei social network ha sicuramente fornito un nuovo terreno di caccia! Queste donne si lanciano in avventure e relazioni di ogni genere, solo per ritrovarsi poi a dire 'non era il tipo giusto'.

Nell'attesa del principe azzurro che ormai diciamocelo pure, è anche un pò stinto. E allora si passa il tempo alla ricerca dell'uomo ideale per poi scoprire che in fondo... non esiste. Tutte favole. Altrimenti esisterebbero pure: l'uomo nero, il lupo cattivo, il paese delle meraviglie, la casa di cioccolato e la strega cattiva (per carità, di queste in effetti in giro qualcuna se ne trova). Altre invece... se ne fregano proprio... e queste sono le migliori. Le disinteressate. Quelle che non necessariamente devono trovarsi "un pollo" per essere accettate dalla società cioè quelle che: se arriva va bene, se non arriva... quasi meglio (da non dimenticare inoltre la possibilità data dall'inseminazione artificiale per la procreazione, motivo in più per cui la donna può sentirsi sempre meno "dipendente" dall'uomo come presenza fisica all'interno della propria vita).

Poi ci sono anche le furbone (le mantenute per intenderci) cioè quelle che decidono di vivere da... donne da letto extraconiugale. Felici di ricevere le briciole da uomini con famiglia a carico e per niente propensi a lasciarla. E infine ci stanno le autentiche, le sognatrici, quelle che "sono state fregate" ovvero che decidono di non prendere marito per non soffrire un'altra volta in quanto bruciate dal risveglio nella triste realtà ma che non smettono mai di sperare. Ovviamente il discorso cambia per gli uomini che non sono mai stati nominati zitelli ma anzi gli uomini trentenni solitamente vengono identificati come aitanti sciupafemmine e a nessuno verrebbe mai in mente di appellarli con termini riservati alle donne...

Se un uomo si comporta da "acido", non lo si definisce tale piuttosto si dice che ha un carattere forte, che non si fa sottomettere da nessuno. Insomma un pò la stessa dinamica per cui se una donna va con tanti uomini è una poco di buono mentre un uomo è un latin lover. Ma a rendere giustizia a queste giovani zitelle dette single è una ricerca pubblicata il 2 settembre scorso su uno studio giunto da New York. Le americane single e senza figli sulla ventina hanno più successo delle controparti maschili. Analizzando 366 aree metropolitane principali degli USA, le donne senza famiglia di 22/30 anni di età hanno in media un reddito più alto dei coetani scapoli. Le giovani senza marito e figli guadagnano 27 mila dollari l'anno di media, l'8% in più degli uomini. I dati si basano sulle analisi 2008 del Census Bureau.

Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese" diceva Oscar Wilde, chissà forse Wilde aveva già capito tutto, d'altronde la sua sensibilità era decisamente femminile. Non ci resta altro che fare come le protagoniste di "Waiting to exhale" (film del 1995) cioè... sparlare di uomini capendo che poi in fondo... non se ne può fare del tutto a meno