Lascio il lavoro e cambio vita. Intervista a Simone Perotti

di Anna Laudati

"Adesso Basta" è l'ultimo libro di Simone Perotti, ex manager e scrittore successo. Lui è un ex per scelta, poichè all'apice della sua carriera di manager nel settore della comunicazione hacambiato 'rotta' e si è trasferito in Liguria, tra La Spezia e le Cinque Terre, per dedicarsi soprattutto alla scrittura e alla navigazione. "Bisogna sognare alto e operare basso... per cambiare vita bisogna lavorare per anni" (Anna Laudati

simoneperotti

Simone. ci siamo conosciuti almeno cinque anni fa a Milano. Allora t'intervistai quale scrittore di Stojan Decu, l'altro uomo. Allora mi parlavi di lavoro, di business, dei tuoi mille impegni e che non avevi un attimo di tempo da dedicare a te stesso e che scrivevi i tuoi libri intorno alle 5.00 del mattino. Poi parlavi di avventure misteriose, di viaggi fantastici, di quelli dei protagonosti del tuo libro. Simone, cos'è successo dall'ora?
Beh, tanti personaggi di romanzo sono nati e cresciuti, tante miglia sono state fatte, la mia vita è cambiata proprio nelle prevalenze, ora scrivo tutto il tempo, se ho bisogno lavoro. Dunque immagina che rivoluzione...

E la tua famiglia come ha reagito?
Bene. Sanno che non sono uno leggero, se prendo una decisione è perché ho lungamente pensato, progettato, fatto piani B e C. Io vivo come navigo, con molta attenzione, soprattutto quando si parla di sogni, perché odio che un sogno non si realizzi per leggerezza.  

Quasi tutti, vorremmo lasciare la nostra vita rutinaria per fare ciò che ci piace e che ci rende sereni. Come si fa a mollare tutto e a credere nei propri sogni?
Bisogna sognare alto e operare basso, cioè occorre avere sogni ambiziosi ma realistici, cose adatte a noi soprattutto e che con caparbietà sapremmo mettere in pratica. Poi occorre progettare, fare studi, allenarsi. Perché dovremmo riuscire nel lavoro, per il quale ci alleniamo 5 giorni a settimana per una vita, e non nei nostri sogni di uomini se, ugualmente, ci alleniamo per anni? E' quando non ci si allena che si fallisce. Per cambiare vita bisogna lavorare per anni.  

Cosa è rimasto del Simone che lavorava instancabilmente?
Poco. Oggi mi stanco subito se faccio qualcosa che non mi piace, mentre prima resistevo molto. Lavoro solo il minimo necessario, spendo pochissimo per vivere, abito al limitare di un bosco, a 8 chilometri dal mare, navigo molto. Soprattutto scrivo, che è anch'esso un "lavorare instancabile" ma che non mi stanca, perché io sono uno scrittore. Quando facevo il manager facevo una cosa che ero "anche". Quando scrivo faccio qualcosa che sono "solo". E' un fatto di autenticità. L'inautenticità stanca.

Come si fa a trasformare una passione in lavoro?
Basta progettarlo. Vivere costa assai meno di quel che si pensa. Se si eliminano molte cose inutili serve poco denaro per vivere. Se il denaro necessario è poco si può lavorare poco per ottenerlo e si libera vita e tempo per le passioni. Se poi dalle proprie passioni si può trarre anche denaro per sostentarsi il sistema è perfetto. Non condivido il detto che non bisognerebbe mai fare per lavoro ciò che si ama come passione. Credo che sia un modo per accontentarsi ed evitare il problema, dirlo.

Simone, sei felice?
Molto. Impossibile dire che sono felice in assoluto, ma certo sfrutto al meglio tempo, energie e risorse per tentare di esserlo. Alla fine penso che la felicità sia tentare. Così come l'infelicità è non fare neppure un tentativo. Fallire nel tentativo dà comunque senso. Fallire per non aver tentato è una tragedia.

(foto Panorama.it)