Aumento dell’occupazione, illusione o certezza?

di Redazione

Per Simone Colombo, esperto di direzione del personale in outsourcing,  l'incremento "è molto più lieve di quello che sembra, un'illusione ottica"

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Simone Colombo, esperto di direzione del personale in outsourcing, ha commentato così i dati sull'occupazione a giugno. "Preoccupa soprattutto - avverte - la fascia 15-24 anni, in quanto la diminuzione dei disoccupati è pari in termini assoluti agli inoccupati e parliamo di circa 114mila persone che hanno deciso di abbandonare l'idea di cercare lavoro. In sostanza, i giovani hanno deciso di uscire dal mercato del lavoro".

"Dai 25 ai 34 anni la situazione è addirittura peggiorata, con una diminuzione rispetto a maggio degli occupati e un aumento dei disoccupati nonostante ci siano più inattivi (pensionati) sopra i 50 anni. In sostanza, l'economia genera più occupazione, ma rimangono i problemi d'ingresso per i più giovani e 'quota 100' non ha ancora avuto un impatto in termini di occupazione'', aggiunge.

"Rispetto a giugno dello scorso anno, invece, si evidenzia da un lato la diminuzione della disoccupazione, ma anche del numero di occupati, con la sola inversione di tendenza per gli over 50, che per età anagrafica abbandonano man mano il lavoro, andando verso la pensione. Di fatto, se da un lato i più giovani posso accrescere la propria formazione attraverso percorsi universitari e post-universitari, le generazioni di mezzo sono quelle che perdono sempre più fiducia nel mondo del lavoro e necessariamente dovranno trovare occupazione attraverso forme contrattuali precarie o soluzioni autonome 'improvvisate''', specifica Colombo.

Un altro dato significativo riguarda i liberi professionisti. ''Trovo abbastanza inaspettato il calo degli indipendenti, diminuiti rispetto all'anno scorso per un numero pari a 76 mila unità", dice Colombo che, a proposito della flat-tax, sostiene: "Sicuramente non è un'agevolazione fiscale il motore per creare buona occupazione".

"Una nota positiva riguarda, invece l'aumento, dell'occupazione femminile, cresciuto nel trimestre di 15 mila unità, anche se, in proiezione futura, sarebbe necessario - rimarca - analizzare la tipologia di contratti, se si tratta di contratti part-time o full time, e i livelli retributivi, perché il gender pay gap (la differenza di retribuzione fra uomini e donne) non è ancora stato superato''. Un'ultima riflessione riguarda il disallineamento fra domanda e offerta in certi settori, in particolare per le professioni legate al digitale in cui c'è richiesta di competenze nuove e molto specifiche, che ancora non hanno storicità alle spalle.

''Oltre al numero di contratti attivati come da dati Istat, è importante però capire - spiega Colombo - che molte posizioni fanno fatica ad essere coperte perché ancora non esiste una quantità sufficiente di profili adeguati".

"Questo porta a un disallineamento tra la domanda e l'offerta e lo stesso divario si verifica anche tra la formazione dei più giovani, che dovrebbe virare verso settori molto specifici e ancora quasi 'inesplorati', e il mondo del lavoro, che sembra non richiedere più determinati profili meno tecnici e attività di data entry quali contabili, amministrativi, vendita al dettaglio, in favore di altri, come quelli legati all'analisi dei big data, allo sviluppo dell'intelligenza artificiale, o ancora alla Green o alla Blue Economy'', conclude Colombo.

(Fonte: AdnKronos / Fonte foto: Unsic)