Agricoltura, a Foggia un progetto per la tutela dei diritti dei lavoratori

di Redazione

Si tratta di una “piattaforma” nata dall’iniziativa di una decina di associazioni attive in Capitanata. Tra le sfide il superamento della “politica dei ghetti” e la tutela dei diritti dei lavoratori migranti

caporalato

“Contrastare efficacemente il sistema di sfruttamento sul quale si regge l’intera filiera del lavoro agricolo dalla semina e raccolta grazie ad un’alleanza tra istituzioni e associazioni per raggiungere una effettiva inclusione sociale, abitativa e lavorativa”. È questa la sfida lanciata dalla Rete delle associazioni operanti nella provincia di Foggia che fornisce supporto ai lavoratori stranieri degli insediamenti informali presenti nella Capitanata. Nasce così una “piattaforma di lavoro comune” per superare la “politica dei ghetti” composta da Africa United, Aiims, Anolf Puglia, Asgi, Caritas Borgo Mezzanone, Centro culturale Baobab - Sotto la stessa ombra, cooperativa sociale Arcobaleno, Flai Cgil, associazione Idorenin, InterSos, cooperativa sociale Iris, cooperativa sociale Oasi 2, Progetto Presidio Caritas, associazione Solidaunia.

“La piattaforma costituisce una necessaria iniziativa volta a fare emergere la voce dei migranti - spiega la nota -, prima che delle associazioni ad essa aderenti, troppe volte inascoltata da parte delle istituzioni nella gestione del fenomeno ed a strutturare percorsi di integrazione sociale che pongano fine alla stagione dell’odio e della discriminazione che ultimamente ha governato il tema delle migrazioni sulla base di rappresentazioni falsate della realtà”.

Prassi e metodologie per il superamento dei ghetti del foggiano sono contenute in un documento redatto dalle associazioni in cui denunciano la “sempre più precaria della condizione giuridica e sociale dei migranti in Capitanata”. La piattaforma, inoltre, indica le “criticità e i limiti delle iniziative finora attivate - spiega una nota -, prima fra tutte gli sgomberi degli insediamenti informali, attuati in modo del tutto svincolato dai desideri, dalle necessità e dalla volontà di chi li abita, e soprattutto senza fornire reali alternative ai lavoratori”.

Le alternative all’attuale “sistema di sfruttamento” esistono, assicura la piattaforma che nel documento presenta come “prioritari” obiettivi che vanno dalla “corretta comunicazione, alla tutela giuridica delle persone straniere, dall’accoglienza al diritto all’abitare, dai trasporti pubblici alla lotta al caporalato ed allo sfruttamento in agricoltura con il rispetto di tutte le disposizioni normative e dei livelli salariali stabiliti dalle leggi e dai contratti collettivi”.

Per le associazioni è necessario “un piano di incontro tra domanda ed offerta di abitazione che tenga in considerazione adeguatamente lo spopolamento di tanti territori della Puglia - spiega la nota congiunta - e faccia sì che il fabbisogno abitativo dei migranti che non trova risposte adeguate nel mercato immobiliare trovi soluzione nelle esigenze economiche e demografiche del tessuto locale, anche invitando le istituzioni a farsi garanti dell’incontro tra domanda ed offerta e della solvibilità dei conduttori”. Altrettanto fondamentale secondo la piattaforma è la “predisposizione di un serio piano di trasporti per i lavoratori agricoli del territorio sulla riattivazione della Rete Agricola di Qualità - continua la nota - sulla messa a regime degli indici di congruità ettaro coltura e sulla attivazione di percorsi professionali in favore delle persone straniere”.

Le proposte della piattaforma, spiega la nota, sono “indirizzate anche alle istituzioni affinché possano essere pianificate e, comunque, possano essere attuate attraverso la collaborazione con la Rete delle Associazioni che si impegnano a condividere, secondo le possibilità e nell’ambito delle risorse proprie di ognuno dei partecipanti, le azioni di supporto e di tutela alle persone straniere presenti sul territorio nel rispetto del principio di autodeterminazione dei singoli e delle collettività”.

(Articolo di Redattore Sociale / Fonte foto: Gazzetta del Mezzogiorno)