Global Shapers al Salone dello Studente: da volontariato competenze che nessuna scuola può trasferire

di Robert Zielonka

“Studiate, ma investite anche in voi stessi e nella vostra comunità.” Questo il messaggio dei Global Shapers, associazione giovanile associata al World Economic Forum, alla tre giorni del Salone dello Studente, che si è tenuto alla Fiera di Roma dal 12 al 14 novembre

salone dello studente

Sembra una ragazza come tante altre, ma quando sale sul palco è il silenzio dei liceali presenti a dimostrare che Maria Ida porta un messaggio che pochi altri, al Salone dello Studente, hanno il coraggio di lanciare.

“Io a scuola ero la tipica secchiona, e anche all’università studiavo, studiavo, studiavo. Avevo la media molto alta, ma poi ho capito che ci sono tantissime cose che non si imparano a scuola né all’università, bensì con il volontariato e l’attivismo.”

Maria Ida ha ventisette anni, viene da un paesino in provincia di Ivrea, ed è la coordinatrice dell’hub romano dei Global Shapers. Laureata in management e con esperienze di studio e di lavoro in Svizzera, Singapore e Olanda, sono tante le future matricole che vorrebbero aspirare a un percorso di tale livello. E forse è proprio l’esperienza internazionale che dà a Maria Ida la consapevolezza di dire, sotto al cartello “Youth for Future”, che la scuola e l’università italiane sono troppo nozionistiche, obsolete in un mondo che deve stare al passo con la rivoluzione digitale. Infatti, le scuole italiane non danno ai giovani le competenze necessarie per affrontare il mercato globale del lavoro, come l’abilità di negoziazione, il decision making, l’intelligenza emotiva e la creatività. La soluzione? L’Erasmus, e viaggiare il più possibile, certo. Ma il messaggio è anche un altro: pure in Italia è possibile allargare i propri orizzonti, facendo volontariato in una associazione come i Global Shapers, presente ormai non solo a Roma, ma anche a Milano, Torino, Venezia, Genova, Palermo e Trento. Ormai sono più di 100 i giovani impegnati con i Global Shapers nelle varie sedi. Hanno fra i 20 e i 30 anni, e impegnano gran parte del loro tempo libero ad attuare progetti innovativi in aree d’impatto ben definite: cambiamento climatico e sostenibilità, equità e inclusione, formazione e lavoro.

Al Salone dello Studente presentano anche il progetto Climate Lab e il progetto Epic Fail. È il World Economic Forum a imporre l’inglese ai nomi dei progetti, precisano i giovani volontari che non vogliono apparire troppo lontani dalla realtà romana. Climate Lab e Epic Fail sono due progetti nelle scuole di Roma. Il primo avvicina gli alunni alla tematica del cambiamento climatico, mentre il secondo, in partnership con alcune delle startup più innovative e con l’associazione CulturIt, porta nelle classi il tema dell’imprenditorialità, del rischio e del fallimento. “L’Italia sta cambiando, ma l’istruzione si sta trasformando troppo lentamente.” dice Maria Ida. “Siamo contenti che dall’anno prossimo l’Italia sarà il primo Paese al mondo a inserire il cambiamento climatico nel curriculum scolastico. Noi intanto ci siamo avvantaggiati, e riscontriamo tantissimo interesse non solo da parte degli studenti, ma anche degli insegnanti.” “È proprio questo il bello di essere un Global Shaper.” - continua Maria Ida - “non si finisce mai di imparare. La maggior parte di noi ha finito ormai da qualche anno di studiare, ma continua a imparare e sviluppare soft skills ogni giorno, proprio grazie al contatto continuo con studenti e lavoratori di ogni ordine e grado, e lo sviluppo di progetti portati avanti sin dalla fase di progettazione fino all’attuazione nonché alla successiva condivisione con il World Economic Forum.”

(Fonte foto: Salone dello studente)