Salone internazionale del Libro di Torino. Quella 2010 è un' edizione sottotono

di Anna Laudati

Brulica di ragazzi e giovani il padiglione 2 interamente dedicato a media, fumetti, giochi e musica e doveè presentato in anteprima italiana l’iPad e si possono provare  i principali modelli di ebook reader (di Andrea Sottero)

torino_fiera_del_libro_2.jpgL’impressione è che il Salone internazionale del Libro di Torino, quest’anno, sia un po’ sottotono, nonostante il numero di visitatori sia in netto aumento rispetto all’edizione dell’anno scorso: i numeri forniti dall’organizzazione parlano di un incremento di presenze di oltre il 15%. Passeggiando tra gli stand, in effetti, non si può dire che ci sia poca gente. Come al solito il giorno di apertura con l’inaugurazione ufficiale ha visto, soprattutto al mattino, più che altro la presenza  dei rappresentati delle istituzioni: oltre al ministro Sacconi e al Presidente della Regione Piemonte Cota, hanno visitato i padiglioni del Lingotto Fiere molti volti noti della politica, da Ghigo alla Bresso, con il loro stuolo di collaboratori. (articolo pubblicato anche su http://www.whipart.it/)

Già venerdì, tuttavia, molti stand erano affollatissimi: quasi impossibile avvicinarsi ai libri a meno di lottare con la fiumana umana. Il termometro che misurerà il successo dell’edizione sarà comunque il fine settimana, con gli eventi a cui parteciperanno i grandi ospiti, compresi quelli internazionali e largamente pubblicizzati come Turow Scott e Amélie Nothomb. A dire il vero - ma anche questa non è una novità- gli spazi più congestionati erano quelli delle grande case editrici. Una nota positiva per chi sa cogliere l’opportunità: sono i piccoli editori, generalmente, a proporre offerte e titoli interessanti, spesso poco diffusi. Ad essere sottotono, però, è l’atmosfera.

Tanti eventi, poco entusiasmo percepito. Sulla base della nostra esperienza, anche poca gente nelle sale. Resta da stabilire se il Salone (che mette da parte, almeno nel nome, l’etichetta di Fiera) abbia bisogno di alcuni rinnovamenti o se abbiano pesato le polemiche che hanno accompagnato l’edizione, da quelle verso lo scrittore israeliano Amos Oz alle accuse di censura da parte dell’organizzazione avanzate dallo scrittore torinese Alessandro Perissinotto e avvallate da Giuseppe Culicchia.

Quest’anno il Paese ospite è l’India, ma al di là del calendario degli incontri, alcuni dei quali assolutamente significativi, gli stand dedicati, giovedì, dovevano ancora essere quasi del tutto (colpa della nube vulcanica, secondo qualcuno). Venerdì, continuavano ad essere particolarmente scarni, con pochi libri, poco materiale, pochi editori  (alcuni nemmeno indiani). L’impressione è che la promozione fosse davvero ai minimi. Molto interessante, invece, la nuova area, nel padiglione 2, dedicata alle invasioni mediatiche: uno spazio dedicato interamente a media, fumetti, giochi e musica,dove viene presentato in anteprima italiana l’iPad e si possono provare  i principali modelli di ebook reader. Inutile dirlo, quest’area brulica di giovani e ragazzi.

Più seriosa, ma altrettanto d’impatto, l’aera rinnovata “libro e cioccolato, tentazioni e meditazione”, nel Padiglione 3: quattordici maestri cioccolatieri di Torino, tra cui il celeberrimo Gobino, a sancire il connubio perfetto tra seduzione del gusto e creatività, tra cioccolato e libri. Per il resto, chi conosce da anni il Salone, avrà notato poche differenze significative rispetto agli anni scorsi. Persino la disposizione degli stand, a meno di alcune piccole modifiche, sembra ormai pietrificato da tempo. Nulla da eccepire: il visitatore non rischia di perdersi.