Piero Angela. Al Salone Internazionale del Libro una Lectio Magistralis sulla comunicazione
“Chi sente dimentica, chi vede ricorda, chi fa impara” - sottolinea il giornalista (di Andrea Sottero)
Nella sua Lectio Magistralis tenuta nella Sala Gialla del Lingotto Fiere, Piero Angela si conferma un grandissimo comunicatore. La sala non era stracolma, ma erano tante le presenze di giovani e, non appena il noto giornalista scientifico ha iniziato a parlare, è calato improvvisamente il silenzio. Il tema su cui si è concentrato l’intervento era “Insegnare la scienza”. Angela ha elogiato il lavoro, duro e spesso poco gratificante degli insegnanti di scienze, ma non ha risparmiato critiche e suggerimenti al mondo della scuola, sulla base, anche della sua esperienza personale. A scuola di insegnano spesso le scienze, ma non la scienza, il metodo, la forma mentis: la scienza non deve essere vista come un insieme di nozioni da dimenticare a breve, ma come uno strumento fondamentale per capire il mondo.
Il bello è il difficile della scienza è che gli scienziati ricevono una valutazione oggettiva dalla stessa comunità scientifica: il sapere è diffuso e condiviso, al di là delle idee diverse che i vari ricercatori possono avere. Le basi per scoprire bufale e millantatori sono intrinseche nello stesso metodo di giudizio usato per valutare nuove ricerche e scoperte: oggettività e spirito critico. Angela spiega che la differenza che c’è tra scienza e religione o ideologia è la stessa che c’è tra un filosofo che se ne va in giro a fare domande per avere risposte e un altro che propone risposte preconfezionate, nella sua ricerca delle domande più adatte. Tanti gli esempi e gli aneddoti riguardanti anche la sua vita privata. Il giornalista spiega che chi vuole fare il divulgatore scientifico deve porsi come obiettivo quello di arrivare a tutti, al di là dell’estrazione sociale e delle competenze nel campo, senza naturalmente prescindere dall’esattezza e dalla precisione delle informazioni che sta dando.
D’altra parte, per quanto colto, non è detto che un avvocato sia competente in fisica. Il consiglio che lui si sente di dare alla scuola, tuttavia, è di trovare il modo di dare anche a chi poi farà l’avvocato gli strumenti di base in ambito scientifico, con i quali sarà in grado di capire meglio la realtà che lo circonda. Angela ha anche ricordato come si sviluppa l’attenzione: non a caso lui è un maestro nel campo, capace di proporre alla Rai programmi di divulgazione scientifica in prima serata sul canale principale del palinsesto e di scrivere 33 best seller sugli argomenti più diversi e difficili. Sesso, sensazionalismo, sangue, salute e sport sono tra gli argomenti che più aiutano il nostro cervello a mantenere viva l’attenzione e a imparare. In televisione non si può proporre scene di sesso o violenza in prima serata, ma si può usare abilmente lo strumento dell’esempio. E la televisione ha il grande pregio di poter fare vedere le cose ai telespettatori: chi sente dimentica, chi vede ricorda, chi fa impara sottolinea il giornalista.
In televisione ci si ferma alla parte visiva e i suoi programmi hanno sempre puntato molto su questo presentando filmati e cartoni animati per parlare degli argomenti più diversi e difficili. La scuola dovrebbe andare oltre e far scoprire la manualità, gli esperimenti. Non è un caso, dice Angela, che molti di coloro che non vanno bene a scuola si scoprono poi molto bravi. A lui stesso, ha detto, è capitato più volte di trovarsi di fronte a persone con un Curriculum relativo alla parte scolastica e accademica non brillante, ma in possesso di quella marcia in più capace di renderli dei numeri uno nell’ambito professionale.