Il libro. La questione della terra in Sudafrica. Ridistribuzione e democratizzazione

di Anna Laudati

Francesco Rossolini dona alle stampe un’opera completa ed essenziale su una scottante questione africana (di Vinicio Marchetti

19sudafrica_capobuonasperanza.jpgEsce il 18 luglio in libreria “La questione della terra in Sudafrica. Ridistribuzione e democratizzazione”, scritto da Francesco Rossolini ed edito da Caracci Editore. Un lavoro essenziale ma di certo non scarno di contenuti. In esso, infatti, il delicato tema della progettazione della convivenza pacifica tra le più variegate tribù africane viene affrontato con un’attentissima stringatura che lo rende ottimo per chi si occupa di progetti multiculturali o di studi internazionali. Interessantissimi sono i capitoli riguardanti l’innovazione tecnologica e sulla prospettiva di unità nazionale.

Nel primo caso viene descritto in maniera esauriente come i proprietari delle aziende agricole abbiano sostituito la manodopera con le macchine a basso costo, nel secondo la diagnosi è un quadro lucido di una difficoltà senza fine. La cultura di questo paese ha portato la religione, tramandata di padre in figlio, ad essere l’ago della bilancia che ha manovrato lo scettro del potere. La questione africana di cui parla l’opera di Francesco Rossolini è, di fatto, una controversia disperata. L’unica occasione che questa gente aveva era che qualcuno si rendesse conto che avevano bisogno solo di lavorare. Lavoro per costruire strutture. Lavoro affinché il tasso di criminalità non crescesse. Lavoro per dare una nuova linfa vitale al turismo.

Queste il pensiero dell’autore: “Secondo me il Sudafrica è il paradigma del futuro dell’umanità. Lo scontro tra la piccola popolazione europea e la grande popolazione africana anticiperà i futuri conflitti tra le popolazioni in crescita dei paesi africani e tropicali e quelle dell’intera Europa a portata di barca”. L’Africa mi toccò l’animo già durante il volo: da lassù pareva un antico letto d’umanità. E a 4000 metri di altezza, seduto sulle nubi, mi pareva d’essere un seme portato dal vento. (Saul Bellow)