Il bookcrossing, Letteralmente scambio di libri” per leggere di più

di Anna Laudati

Un antico proverbio arabo recita “Afdal rafiq fi zaman al-kitab”, ovvero “L’amico migliore con cui trascorrere del tempo è il libro”. Probabilmente la pensano così le migliaia di persone che da anni partecipano a progetti culturali che hanno come scopo la condivisione di materiale letterario. (Monica Scotti)

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L’ultima frontiera del sapere libero, che ama sfidare diritti d’autore e royalties, si chiama bookcrossing, letteralmente “ scambio di libri”. L’iniziativa fonde insieme il principio della libera circolazione di idee sottoforma di fogli stampati e quello della tracciabilità via internet. Le regole del bookcrossing, noto anche come BC, prevedono, infatti, la messa in libertà di testi che vengono dotati di un codice identificativo attraverso la registrazione sul sito www.bookcrossing.com e rilasciati nell’ambiente, in gergo into the wild, così da consentire ad altri lettori “corsari” di ritrovarli, leggerli e liberarli a loro volta.

I libri possono seguire un percorso simile ad un cerchio che li riporta al punto di partenza o viaggiare raggiungendo altri paesi per non fare mai più ritorno nel luogo di rilascio. Il sistema funziona su base volontaria, chi trova il testo contrassegnato da un codice identificativo non è tenuto a leggerlo, è invitato soltanto a segnalarne il ritrovamento sul sito per poi rilasciarlo. I libri possono essere letti in solitudine o in gruppo. Sono persino organizzati incontri a livello locale durante i quali si ha la possibilità di conoscere altri appassionati lettori attraverso giochi e scambiare opinioni, oltre che libri, ovviamente.

Sale d’aspetto di ospedali, aeroporti, stazioni, aule studio di università, panchine pubbliche, associazioni culturali, sono già migliaia in Italia (soprattutto a Milano, Roma, Torino, Genova, Napoli e Padova) i punti di ritrovo dove i book corsari lasciano e recuperano un bottino di carta. Si tratta spesso di studenti, alcuni giovanissimi, che grazie a questo sistema hanno la possibilità di abbandonarsi al piacere della lettura senza dover sostenere l’onere di una spesa non sempre accessibile. Il BC ha fatto la sua comparsa nel 2001, quando è nato il portale omonimo, sulla scia di precedenti iniziative di sharing come l’americano Nati per leggere (che si concentrava sulla condivisione di libri negli ospedali pediatrici) degli anni ’90 e l’ancor più “anziano” Progetto Gutenberg (che a partire dal 1971 tentò di ricreare la primo archivio di testi digitali del mondo), ma è approdato con crescente successo in Italia solo negli ultimi anni.

“L’idea del Bookcrossing è ancora più antica in realtà – spiega Giulia, lettrice e bookcorsara per passione - “risale al filosofo greco Teofrasto, il primo ad affidare testi ad una bottiglia in mare nella speranza di raggiungere nuovi lettori”.