Premio Massimo Troisi. Intervista ad Aldo Putignano

di Anna Laudati

L’omaggio ad uno degli attori e registi comici italiani più importanti degli ultimi decenni, la cui prematura dipartita è stata decisamente scioccante per noi napoletani, è ormai diventato un appuntamento fisso. Mi riferisco ovviamente al Premio Massimo Troisi, che si svolge a S. Giorgio a Cremano in Villa Bruno dal 15 al 18 Luglio e che quest’anno vede affidata la direzione artistica al noto Maurizio Costanzo. (Ornella Esposito)

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Nella gradevole location della villa vesuviana si avvicenderanno nelle ore serali vari artisti importanti (il programma è consultabile al sito www.premiomassimotroisi.it) ma i riflettori vanno puntati sulle mattinate ed i pomeriggi, ore in cui scorreranno fresche fresche (si fa per dire) proiezioni di cortometraggi e incontri letterari, questi ultimi, condotti da scrittori che da anni si dedicano alla scrittura comica, come Pino Imperatore ed Aldo Putignano, promotore del laboratorio di scrittura “Homo Scrivens” nonchè membro della giuria della sezione Scrittura Comica.

Proprio ad Aldo Putignano, scrittore e direttore editoriale della Boopen Led, chiediamo:  

I partecipanti alla selezione, erano per lo più giovani?
C'è stata grande varietà ma spesso per i giovani è un ottimo trampolino di lancio, in quanto è un concorso che non chiede credenziali ma solo un testo valido e divertente.

Cosa è cambiato nel modo di scrivere comico (mi riferisco anche alle sceneggiature dei cortometraggi in concorso) da quando Troisi iniziò la sua carriera?
La mia sensazione è che sia aumentata la voglia di sperimentare: il comico si rivela sempre di più un genere innovativo dove, attraverso il gioco del paradosso e della deformazione linguistica, si propongono nuovi linguaggi.

Dal tuo osservatorio di giudice di un premio importante, credi che ci siano giovani, nella nostra epoca del disimpegno,  in grado di proporre una comicità che faccia non solo ridere ma anche riflettere? Ci può fare un esempio da ciò che hai osservato come giudice?
Leggendo i testi del concorso trovo molto di rado pezzi del tutto disimpegnati. Prevale un umorismo malinconico e il tema della morte è fin troppo presente, come se la scrittura fosse un argine fra vita e pensiero e permettesse a quest'ultimo di rivelarsi un po' di più. Purtroppo molti testi si fermano troppo presto, non spingono fino in fondo e lasciano una sgradevole sensazione di superficialità: credo sia difficile fare umorismo senza indagare un disagio, anche quando lo scopo è semplicemente quello di riderci su.

Le parole di Aldo Putignano sono confortanti sul fronte dell’impegno e del non - disimpegno dei giovani. Non resta che farci inondare da parole di promettenti scrittori e ridere,ridere,ridere.