“Maschi contro femmine". E questi siamo?

di Chiara Matteazzi

Non è una recensione, ma un insieme di riflessioni scaturite dalla visione di questo film, intriso di stereotipi che, solo apparentemente mitigati dalla comicità (per altro discutibile) della commedia, regalano un quadro dell’essere umano retrogado e in alcuni tratti animalesco, senza anima nè amor proprio. (Chiara Matteazzi

Maschi_contro_femmine290810225121Maschi_contro_femmine_1

Da pochi giorni è uscito nelle sale cinematografiche il film comico (così definito) Maschi contro femmine”. È un film che certamente fa riflettere sulla società attuale, e soprattutto sugli schemi nella quale essa è incastrata, invischiata, schiavizzata, come in una catena fatta di anelli di cartapesta che nessuno si prende la briga di stracciare. “Maschi contro femmine”, titolo già di per sé significativo e provocatorio, quasi i due generi non potessero che esistere se non in una dimensione dicotomica, oppositiva e inconciliabile.

I temi fondamentali del film sono il rapporto uomo-donna e il tradimento. Le vicende intricate dei protagonisti sono scandite e tenute assieme da consuetudinari ritrovi che gli uomini della commedia organizzano, e dove puntualmente si parla di donne. Mogli, amanti, madri, poco importa. Esse sono sempre e comunque viste sotto lo stesso comune determinatore: l’occhio maschile e maschilista, giudice indiscusso e indiscutibile. E così sfilano davanti agli occhi degli spettatori mogli tradite, donne succubi e ingannate, perdenti nel rapporto di coppia, perdenti nella sfida con le concorrenti più giovani, perdenti con se stesse.

Dall’altra parte della bilancia, un gigantesco e obsoleto cliché: quello dell’uomo virile, libero di fare ciò che vuole, legato solo apparentemente, traditore per natura, non certo per debolezza. Un uomo che ha scelto di non essere, che vive in balia ai propri impulsi, non solo sessuali. E così, poco importa se un marito tradisce la moglie che ha da poco messo al mondo il loro figlio: mesi di astinenza giustificano tutto, anzi è quasi un’inevitabile conseguenza della mancanza femminile. E poco importa se una donna, rincasando prima dal lavoro, sorprende il marito a letto con una ventenne. Anzi, è divertente e dopo tutto comprensibile, no?  

Pedanti polemiche, queste? Forse. Ma risulta difficile definire questi scenari “comici”, per un semplice motivo: la comicità dovrebbe essere equa. Non c’è un solo personaggio femminile nella commedia che risulti “vincente”. Le donne del film o sono all’oscuro della natura e dei comportamenti del proprio compagno, o agiscono pateticamente in risposta ad un loro rifiuto. Come la moglie di uno dei protagonisti, che dopo aver scoperto il tradimento del marito, cerca conforto nella chirurgia estetica, dando vita ad una ridicola e patetica competizione con il prototipo di ragazza con la quale suo marito è andato a letto. E quando essa tenta di reagire in maniera “maschile”, facendo sesso con un uomo dopo una serata folle in discoteca, viene ridicolizzata all’estremo: la mattina dopo si scopre che si trattava di un gigolò. Siamo alla banalità del cliché: l’uomo promiscuo è da ammirare e imitare, la donna promiscua è una poco di buono.

Ma non siamo ancora stanchi di questi schemi ridicoli? Noi si.

Quello che è più triste, in ultima analisi, è la diseducatività del film non solo nei confronti dell’universo femminile, ma anche di quello maschile. Il maschio oggi si veste di uno schema predefinito, costruito ad hoc, che gli impone di essere in un certo modo (virile, affascinate, traditore,..). Di fronte a questo esso può accettare questo schema, o rimanerne schiacciato. Ed è questa la cosa più drammatica: che un ragazzo, o un uomo, che concepisce l’amore e i rapporti a suo modo, che sceglie ad esempio di non tradire la propria compagna, di non lasciarsi andare agli impulsi, di non comportarsi come “l’italiano medio” per una propria e razionale decisione, è considerato un outsider, un bonaccione, un buono a nulla.

Dunque sarebbe ora di finirla con questi stereotipi, che fanno regredire l’essere umano allo stato animale e che soprattutto, non lo rendono libero di cercarsi, di conoscersi e di scegliere autonomamente che ti tipo di persona essere. Nel frattempo, non ci resta che aspettare il seguito, già promesso, di “Maschi contro femmine”, in uscita a febbraio, e sperare in una rivincita tutta al femminile.

Guarda il trailer del film: