Libri. Il fu Mattia Pascal, Pirandello strappa la maschera dal volto dell’uomo

di Vinicio Marchetti

Il geniale autore, con la sua opera più celebre, riscrive i termini della perfezione letteraria e irride le fittizie convinzioni dell’uomo. (Vinicio Marchetti)

il-fu-mattia-pascal Cosa è stato e, soprattutto, cosa è ancora Il fu Mattia Pascal? L’opera più famosa di Pirandello vide le stampe per la prima volta nel lontanissimo 1903 ma, tutt’oggi, l’attualità che colora l’inchiostro delle sue pagine pare vivere tutte le debolezze dei giorni nostri.

Quasi un osservatorio sull’illogico vincolo che rende l’uomo schiavo delle “Maschere sociali”.

Com’è possibile che lo status di padre, di figlio, di fratello infrangano il velo ombroso che cela, inflessibile e bugiardo, la sofferenza di chi, schiavo dell’angoscia, della condizione di componente della società, brama con sangue infuocato il desiderio di cancellare i freni inibitori che, nel bene e nel male, regolano e concedono di essere ed esistere.

Pirandello recitava: “Fuori della legge e fuori di quelle particolarità, liete e tristi che siano per cui noi siamo noi… non è possibile vivere”.

L’uomo ha saputo rinchiudersi in un recinto ma non è riuscito a saziarsi della consapevolezza di essere schiavo di ciò che lui stesso aveva creato.

Questo è ciò che Luigi Pirandello, con la sua opera immortale, ha voluto tramandarci. La solitudine e la fuga sono ciò che l’uomo ha voluto per se stesso e per la sua società. Ma la sconfitta e l’abbandono sono demoni creati per essere lo spauracchio principale della nostra esistenza.

È incredibile pensare quanto grande e profondo fosse il genio di quest’autore. Con la forza della sua sola penna, imprigionava tra le pagine di un romanzo l’intero fulcro dell’annientamento dell’uomo e dei suoi infiniti volti.

Nei tempi moderni, questi versi sarebbero definiti come la descrizione della crisi esistenziale dell’uomo.

Nulla di più falso. Il fu Mattia Pascal è una contrapposizione tra la poesia e la realtà. Una furiosa lotta fra l’illusione e l’incapacità.

L’uomo non è stato in grado di essere mentore e padrone del proprio destino. Come un bambino lasciato al freddo e al gelo dell’inverno, è stato travolto dal caos e dall’abbandono delle parole dei progenitori.

Noi non viviamo la vita che vorremmo, ma soltanto quella che ci è stata tramandata. I nostri occhi vedono e seguono quello che ci è stato insegnato di vedere. Convinzioni incluse.

Non è difficile credere quanto Luigi Pirandello si burli degli uomini di oggi. Così presi dal loro volto di plastica da rasentare quasi l’immagine del buffone di corte.

Una geniale narrazione di quanto la vita possa essere, al tempo stesso, comica e tragica.