Jeff Buckley, quindici anni senza il Mistery White Boy

di Alessandro Etzi

Presto un film per ricordare il cantautore americano. (Alessandro Etzi)

jeff-buckley-1 Era una goccia pura in un oceano di rumore, così lo definì Bono Vox. Il soggetto di questo toccante ricordo era Jeff Buckley, cantautore americano morto giovanissimo, oggi noto perché la sua versione di Hallelujah di quell’altro genio di Leonard Cohen è uno dei brani più interpretati dai cantanti di Amici(sigh). Il destino lo seguì sulle sponde del Mississipi, dove a soli trenta anni morì annegato durante un bagno con un amico. Alle spalle aveva un solo album,per molti artisti un primo passo, per lui una consacrazione.

Grace uscì a margine del fenomeno grunge, da cui si discostava totalmente: tenuo, con la voce che saliva gradualmente, quasi a prendere confidenza, figlio del giàcitato Cohen, ma anche di Nina Simone, Nusrat Fateh Ali Khan e Bob Dylan, ruotava soprattutto attorno a Lilac Wine, Eternal Life,Grace e Hallelujah. Senza subire pressioni esterne, il disco fu un successo grandioso, a cui fece seguito un tour lunghissimo:per due anni il Mistery White Boy tocco praticamente ogni continente, sempre con grande successo.

Purtroppo a Grace non seguì nessun album inedito perché il destino decise di sottrarlo ai suoi fans, il 29 maggio 1997. Così, come suo padre, scompariva un cantautore geniale ed eclettico. Dalle stanze segrete della Columbia Records furono gradualmente pubblicati l’inconcluso Sketches for My Sweetheart the Drunk, Mistery White Boy e Live at Sin-E. negli anni il suo culto non si è assopito, e ancora oggi artisti affermati e non lo rispettano e ne dichiarano la paternità artistica di molti dei loro lavori.

Un film è in preparazione, per ricordarlo: il ruolo di Jeff sarà di Reeve Carney, un suo alter-ego cinematografico, mentre pare che nel cast ci sarà anche Gemma Arterton, già Bond Girl. Non resta che attendere l’uscita del film, e magari in questi mesi tornare ad ascoltare Grace, un disco che non morirà mai.