Arte a Napoli. Herculaneum in mostra dopo tre secoli di scoperte
Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, tra divinità e imperatori, illustri e comuni cittadini, rivive il fascino dell’antica città vesuviana. “Ercolano. Tre secoli di scoperte” in mostra fino al 13 aprile (di Ivana Vacca)
Mitico è il legame con la figura del forte e coraggioso figlio di Zeus, ad Ercole infatti è legata la fondazione della città vesuviana, forse di origine greca. Altre fonti riportano una dominazione osca, etrusca e poi sannita prima che la città divenisse municipio sotto il potere di Roma, ma aldilà del mito e delle origini incerte, Herculaneum attirò in epoca repubblicana i patrizi romani, che qui edificarono sontuose ville e innalzarono grandiose opere pubbliche.
Il susseguirsi della varie fasi di scavo e dei più grandi ritrovamenti è offerto oggi al pubblico attraverso la mostra allestita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Promossa dalla soprintendenza unificata per i beni archeologici di Napoli e Pompei, e finanziata dalla Regione Campania, è stata curata da Pietro Giovanni Guzzo, Maria Paola Guidobaldi e Maria Rosaria Borriello. L’allestimento propone un evocativo e scenografico percorso di luci, partendo dal bagliore che illumina le figure degli dei, degli eroi e delle dinastie imperiali. Sulla destra le erme, i rilievi e le pitture su marmo ci restituiscono le figure mitiche che mostrano le influenze dal mondo ellenico.
Dagli scavi del periodo borbonico provengono le erme di Afrodite, di Atena, di Arianna e la testa di Dioniso. Dalla Villa dei Papiri, la statua di Demetra e la splendida testa di Amazzone, uno dei pezzi più ricchi di fascino tra quelli esposti, ancora con l’antica policromia color vermiglio tra i capelli e sugli occhi. Sulla sinistra le pitture e le rappresentazioni delle dinastie imperiali, accanto ai bustini in lamina d’argento di Livia e di Galba si impongono le grandi sculture in marmo e bronzo, dall’Augusteum i tre imperatori Augusto, Claudio e Tito, dal Teatro le tre dame bronzee, Livia, Antonia Minore e Agrippina Minore. Si prosegue con una luce in graduale diminuzione e il maggior impatto visivo è dato dalle due statue equestri che dominano il corridoio centrale, dedicate al senatore Marco Nonio Balbo, famoso per aver fatto costruire