"Escodentro". A spasso per Napoli con gli ex detenuti

di Anna Laudati
L’ ultima novità in termini di 'sicurezza' arriva da Napoli. Il governatore della regione Campania, Antonio Bassolino , ha dato il via ad una curiosa iniziativa che prende il nome di “Escodentro”. Un’idea geniale da 2 milioni di euro che va a braccetto con il progetto ideato da Amesci votato all'accoglienza: "Welcome Friends"!!! (di Bruna Caiazzo ) 

foto2_via_marina.jpgNapoli da sempre città delle contraddizioni conferma ancora una volta questo suo status culturale infatti da qualche giorno è nel bel mezzo di un paradosso. L’assessore alla Formazione, Corrado Gabriele, ha provveduto a costituire le cosiddette ronde cittadine. A far parte di queste ultime non sono però i licenziati delle fabbriche, tanto meno forze dell’ordine ormai in pensione, nè giovani studenti, ma ben 426 ex detenuti, usciti di galera grazie all’indulto, formati in circa 60 ore, per diventare appunto “operatori della sicurezza turistica urbana”. Per ora presenti presso la stazione marittima di Napoli, indossano tutti una casacca gialla, un cappellino e un tesserino di riconoscimento.

Sono messi al servizio dei turisti, in particolare croceristi, e di tutti coloro che vogliano addentrarsi nei quartieri più a rischio, pronti a mettere al riparo i turisti da ogni imprevisto e proteggerli là dove anche la polizia fa fatica a farsi rispettare. Orientano e informano sui posti più belli da vedere e quelli migliori in cui mangiare attraverso un servizio a dir poco particolare. Ormai è di routinr per chi viene a visitare Napoli rispettare le cosiddette “regole” del buon viaggiatore: sostituire l’orologio di valore con uno casual, riporre pochi soldi nel portafogli riponendolo nelle tasche a portata di occhio e soprattutto quando si giunge alla stazione non farsi ingannare dal fatidico “pacco”. Non è forse troppo esagerato “scortare” i visitatori? Che tipo di immagine si rischia di dare alla città? I turisti hanno bisogno di essere accolti, informati e guidati ma con professionalità. Un segnale questo, che è stato percepito da “Amesci”, associazione di promozione sociale, che ha ideato un progetto, dal nome “Welcome Friend” volto proprio all’accoglienza turistica. Tradotto in italiano Benvenuti Amici, ha pensato al turista come un vero e proprio “compagno di avventura”, da coinvolgere all’interno della calda atmosfera napoletana facendogli conoscere non solo l’aspetto culturale della città ma anche la tipica tradizione partenopea fatta di dicerie, cibi e luoghi suggestivi. Coloro che partecipano al progetto sono tutti giovani volontari  spinti da una grande voglia di riscatto per se stessi e per la loro città.A vederli così, questi due progetti sembrano che vadano a braccetto. Accoglienza e sicurezza sono un ottimo binomio, un valido pacchetto all inclusive da offrire al turista che decide di soggiornare a Napoli. Rendere sicura la città grazie a degli ex detenuti è un un pò contraddittorio. Di certo il governatore Bassolino si è assunto una grande responsabilità che tutti speriamo vada a buon fine. Dubbi a parte, il mondo della politica ma anche quello del giornalismo e dei giovani  laureati ha dato voce ad una serie di polemiche sia negative che positive. C’è chi vede quest’iniziativa un progetto valido di reintegrazione sociale per ridare una speranza di riscatto a tutti coloro che hanno vissuto il carcere, i quali non possono essere abbandonati né essere considerati cittadini di serie B;  c’è invece chi  come  il Ministro Gasparri ritiene questo progetto “farneticante, criminogeno e devastante”, come del resto gli stessi cittadini partenopei.La notizia dei turisti scortati  dagli ex detenuti ha attraversato anche la Manica, arrivando fino in Inghilterra, dove il quotidiano inglese “The Guardian” , ne ha dato conto ai suoi lettori, tramite un articolo scritto da una loro inviata in Italia. Sul fatto, il giornale non esprime alcun giudizio di merito, ma dà voce alle perplessità dei napoletani: “albergatori e operatori turistici non sono convinti che il progetto promuova un’immagine adatta per Napoli, la cui reputazione è stata duramente colpita dal successo del film Gomorra e dalla questione rifuti”. Insomma, pare giusta la finalità sociale del progetto. Ma potranno bastare 60 ore di formazione per professionalizzare questi cittadini che hanno commesso degli illeciti in passato? E’ la domanda che si pongono gli assessori al Turismo della Regione Campania che a quanto pare erano allo scuro di tutto!!!!