Napoli. Scu8-Maninarte: satira, modernità e Pulcinella

di Anna Laudati
In mostra nella città partenopea le opere dei fratelli Scuotto. Ne parlaimo con Anna Scuotto, la più giovane dei fratelli napoletani (di Monica Scotti) 

scarabattola_maschere.jpgDiavoli – Dei Oscuri – Giocattoli – Luci in Galleria – Macchina da Guerra e Trasparenza di Cristo. Sono queste le sei istallazioni che danno corpo all’ultima fatica artistica dei fratelli Scuotto (Anna, Lello, Emanuele, Susy, Salvatore e sua moglie Nicoletta Itto), in arte La Scarabattola. La mostra Scu8-Maninarte, organizzata da ESSEARTE dei Fratelli Scuotto e da 24 ORE Motta Cultura (gruppo de Il Sole 24 ORE), è stata infatti inaugurata il 18 giugno nelle Sale delle Velette di Castel dell’ Ovo in Santa Lucia (a Napoli), location che l’ospiterà fino all’11 luglio.

Le opere esposte, che propongono una rilettura satirica di capolavori del passato e dell’arte moderna, sono state accompagnate dalla pubblicazione di un Volume-catalogo che si avvale del prestigioso contributo critico di Luca Beatrice, docente in Ultime tendenze delle arti visive all’Accademia di Brera, nonché attuale curatore del padiglione italiano della Biennale di Venezia. E’ lo stesso Beatrice a definire, nel testo critico, i fratelli  Scuotto come gli originali eredi della Transavanguardia, “nella modalità di un amabile virtuosismo manuale e di uno spirito giocoso che si contrappone al rigore minimalista e concettuale dell’Arte Povera. Il loro concettualismo è infatti esplicito e non richiede intermediari critici: la satira sottesa si fa paradosso evidente. Nella loro estrosa poetica si intravede quello spirito da “Commedia all’italiana”, che si identifica con il cinema di Monicelli e di Risi, nel teatro di Goldoni e nella comicità del maestro Totò”. Gli Scuotto si fanno portavoce di un’interpretazione nuova della mitologia napoletana: dalle tradizionali figure presepiali (che vedono nascere nel ‘96 il laboratorio artigianale La Scarabattola), all’amore omosessuale e alla guerra, con un occhio beffardo rivolto all’immortale Pulcinella, il cui viso spunta sotto il drappeggio di un Cristo velato (opera di Giuseppe Sammartino) o si innesta su una conturbante sagoma femminile che richiama le inquietanti figure di Magritte.

Fra questi giovani artisti napoletani c’è Anna, 28 anni, la più piccola dei fratelli Scuotto, è lei ad occuparsi di scenografie e costumi.

Che cosa significa la Scarabattola? Il nome è un chiaro riferimento alle scatole, in legno e vetro, che custodivano oggetti preziosi e la scena della Natività e che nel ‘700 arredavano le case dei napoletani. Di cosa ti occupi? Nello specifico il mio lavoro si concentra sulla vestizione dei personaggi, è la parte un po’ più tecnica della nostra produzione artistica. Come è nato in te l’amore per quello che fai? E’ nato tutto un po’ per caso, anzi per hobby. Ho sempre amato il ricamo e le miniature, così mi sono pian piano avvicinata all’arte presepiale e con l’incoraggiamento dei miei fratelli questa mia passione è diventata anche un vero lavoro. Ti senti fortunata? Si, molto. E’ una fortuna poter fare di una passione un lavoro. Oggi non è facile, ci vogliono amore, dedizione e pazienza.