Napoli. Scu8-Maninarte: satira, modernità e Pulcinella
Diavoli – Dei Oscuri – Giocattoli – Luci in Galleria – Macchina da Guerra e Trasparenza di Cristo. Sono queste le sei istallazioni che danno corpo all’ultima fatica artistica dei fratelli Scuotto (Anna, Lello, Emanuele, Susy, Salvatore e sua moglie Nicoletta Itto), in arte
Le opere esposte, che propongono una rilettura satirica di capolavori del passato e dell’arte moderna, sono state accompagnate dalla pubblicazione di un Volume-catalogo che si avvale del prestigioso contributo critico di Luca Beatrice, docente in Ultime tendenze delle arti visive all’Accademia di Brera, nonché attuale curatore del padiglione italiano della Biennale di Venezia. E’ lo stesso Beatrice a definire, nel testo critico, i fratelli Scuotto come gli originali eredi della Transavanguardia, “nella modalità di un amabile virtuosismo manuale e di uno spirito giocoso che si contrappone al rigore minimalista e concettuale dell’Arte Povera. Il loro concettualismo è infatti esplicito e non richiede intermediari critici: la satira sottesa si fa paradosso evidente. Nella loro estrosa poetica si intravede quello spirito da “Commedia all’italiana”, che si identifica con il cinema di Monicelli e di Risi, nel teatro di Goldoni e nella comicità del maestro Totò”. Gli Scuotto si fanno portavoce di un’interpretazione nuova della mitologia napoletana: dalle tradizionali figure presepiali (che vedono nascere nel ‘96 il laboratorio artigianale
Fra questi giovani artisti napoletani c’è Anna, 28 anni, la più piccola dei fratelli Scuotto, è lei ad occuparsi di scenografie e costumi.
Che cosa significa