Croce Rossa: al via i festeggiamenti a Solferino

di Anna Laudati
Quest’anno a Solferino, nel mantovano, i festeggiamenti sono in pompa magna: proprio in questi giorni, infatti, si festeggiano i 150 anni della nascita del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Tra le iniziative, “Youth on the move” il terzo incontro mondiale dei giovani del movimento. Ne parliamo con Erika (di Andrea Sottero)

croce_rossa_mezza_luna_rossa.jpgSono trascorsi 150 anni da quando Henry Dunant, testimone, suo malgrado, degli orrori della battaglia di Solferino, sconvolto dall’impressionante numero di morti e feriti tra i soldi e, soprattutto, dalla totale mancanza di un coordinamento efficace  nei soccorsi, diede vita al Comitato ginevrino di soccorso dei militari feriti, da cui sarebbe poi nato il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Proprio a Solferino sono radunati fino al 28 Giugno quasi 200 società internazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e migliaia di volontari, che, attraverso incontri, workshops, giochi, simulazioni, concerti e altri momenti di puro svago, festeggiano la più grande e importante organizzazione umanitaria  a livello mondiale, senza perdere di vista gli obiettivi che dovrebbero guidare le loro attività e con la consapevolezza che un aggiornamento e un confronto continuo sono fondamentali per affrontare al meglio le sfide del futuro.

Tra le iniziative in programma, spicca, in particolare, il terzo incontro internazionale della gioventù del movimento. Youth on the Move è innanzitutto un momento di formazione per i volontari di tutto il mondo che vi partecipano, ma è soprattutto un modo concreto per sottolineare l’importanza strategica dei giovani per la sopravvivenza e lo sviluppo dei valori fondamentali che animano l’organizzazione. Non a caso, l’incontro si chiuderà con la redazione da parte dei partecipanti di una bozza di dichiarazione che contenga un appello ai leader politici mondiali, perché prendano decisioni tempestive e concrete sulle sfide umanitarie più urgenti che interessano il mondo di oggi. Abbiamo parlato dell’iniziativa con Erika, 26 anni, volontaria di Croce Rossa da 2 anni in un piccolo paese nella provincia di Asti, che ha partecipato al meeting di Solferino sia nel 2007 che nel 2008.

Erika, innanzitutto come mai quest’anno a casa? Non ti dispiace non essere insieme ai tuoi colleghi di tutto il mondo? Mi dispiace eccome! Quest’anno io avevo un impegno per cui non sono riuscita ad organizzarmi. Ma quando ho saputo che anche gli altri ragazzi della mia sezione non hanno mandato per tempo la domanda di iscrizione e resteranno a casa, mi sono arrabbiata con loro… Che peccato!

A proposito di iscrizioni: quest’anno da programma arriveranno a Solferino circa 600 giovani per l’incontro. Un bel numero, ma comunque limitato se si pensa alla dimensione mondiale dell’evento. In base alla tua esperienza, come vengono selezionate e accettate le domande di partecipazione? I criteri specifici con cui vengono selezionate non li so, ma so che c’è una scadenza per presentarle. Ad esempio per l’incontro di quest’anno, era arrivata alla fine del 2008 una circolare della Croce Rossa, in cui si diceva che cercavano i volontari per l’evento. Comunque, non so quest’anno, ma io mi ricordo che eravamo ben più di 600. Già solo i ragazzi stranieri erano molti di più… E’ anche vero che quest’anno l’incontro dei giovani è solo una delle iniziative che si stanno svolgendo a Solferino. Può darsi che il numero sia stato un po’ ridimensionato per concentrarsi su qualche attività specifica.

Ecco, ma cosa si fa in concreto a Solferino? Tu hai partecipato a qualcuna delle attività di formazione? Ad essere sincera no! Nei due anni in cui sono andata all’incontro non ho mai partecipato ai dibattiti o alle simulazioni, ma ti assicuro che il solo fatto di esserci ti dà tanto. E gli incontri ufficiali del programma, ovviamente, non sono obbligatori.

In che modo pensi che il meeting possa arricchire l’esperienza di un volontario? Incontri un sacco di gente da tutto il mondo, parli, ti confronti. E tutto questo mentre ti diverti!Tu hai avuto modo di confrontarti con un gran numero di volontari da ogni dove. Pensi che la formazione di un volontario sia sufficiente per affrontare le criticità quotidiane e straordinarie che si presentano? Sì, senza dubbio la formazione che si riceve è sufficiente. Poi naturalmente l’esperienza del singolo è quella che fa davvero la differenza. Ma indubbiamente le procedure sono ben studiate e si ricevono indicazioni piuttosto specifiche. Si lascia poco al caso e c’è molta organizzazione. Almeno per le cose di tutti i giorni. Per gli eventi straordinari, come il terremoto di Aprile, non mi risulta che ci sia una formazione specifica: quando c’è bisogno, parte chi dà la sua disponibilità. Ma anche in quel caso, so che gli sforzi organizzativi sono tanti.Al di là dei buoni propositi, tu pensi che chiunque possa fare il volontario in Croce Rossa? Certo! Chiunque può farlo, tutti possono dare il loro aiuto. Poi naturalmente ci sarà chi per un motivo o per l’altro può e riesce a fare di più, anche in situazioni delicate. Spesso negli ultimi anni si è parlato delle problematiche che la Croce Rossa, come d’altra parte altre organizzazioni umanitarie, si trova ad affrontare. Problemi di bilancio, di gestione, di lottizzazioni politiche, che spesso investono in primis proprio i gruppi più piccoli. Pensi che i giovani, oltre ad una ventata di aria fresca, possano portare delle soluzioni concrete ai problemi, o ritieni che in certe posizioni di coordinamento vada premiata sempre e comunque l’esperienza? In ogni caso, sarebbe utile un rinnovamento frequente delle cariche direttive? Io non penso che sia una questione di giovani o vecchi: in certe posizioni dovrebbe starci chi sa fare, al di là dell’età. Quello che importa è com’è la persona, come ragiona. Per quanto riguarda le cariche direttive non saprei… la questione è molto delicata.  Bisognerebbe distinguere tra delegazioni, comitati. Considera che il nostro gruppo ad oggi è commissariato, ma il presidente mantiene comunque la sua carica. In quel frangente mi sa che c’è molta politica di mezzo… forse troppa. E’ lì il problema.Erika, tu perché hai scelto di fare la volontaria? Consiglieresti l’esperienza ai tuoi amici? Mah…guarda, sono sincera, io ho iniziato più che altro per conoscere gente nuova, incontrare nuovi amici. E sì, lo consiglierei sicuramente!