Università 2.0. Da Facebook a goSwoop
Siamo nell’era della globalizzazione. Eppure, per chi voglia andare a studiare all’estero, senza l’intermediazione dell’università del suo Paese di origine, le cose non sono poi così semplici. Mancano soprattutto le informazioni, anche quelle che sembrano più banali. Come fare? A chi chiedere? Come muoversi? E questo nonostante siano sempre di più i giovani che decidono di fare un’esperienza di questo tipo. Negli Stati Uniti, ad esempio, gli studenti internazionali sono da sempre visti come una risorsa e le università sono valutate anche sulla base della loro capacità di attrarre una popolazione studentesca proveniente da altre nazioni. Lo scenario, dunque, è questo: da una parte una moltitudine di studenti che hanno fatto o stanno facendo la loro esperienza all’estero, dall’altra un gran numero di future matricole che non sanno dove sbattere la testa per realizzare i loro sogni.
Come spesso avviene per le idee di successo, la risposta al problema non è poi così originale: perché non creare una rete che li metta in comunicazione, dove possano scambiarsi esperienze, idee e suggerimenti pratici? Nell’era di Facebook e Twitter, a Fayaz Taher, 24 anni, studente master in sviluppo internazionale alla Clark University di Worcester, nel Massachusetts, la soluzione deve essere sembrata davvero a portata di mano. E’ nato goSwoop (http://goswoop.com), un nuovo portale interattivo, molto simile nella sostanza proprio a Facebook, dove gli utenti registrati possono scambiarsi informazioni sui passi da seguire per immatricolarsi in un ateneo americano. A partire naturalmente da quale università scegliere, perché se è vero che ci sono alcuni college statunitensi conosciutissimi nel mondo, è altrettanto accertato che le buone università, a seconda del percorso di studi che si intende scegliere, vanno ben oltre quel numero ristretto di nomi.Così, se negli ultimi due anni si è accontentato di 50 mila dollari, l’ideatore di goSwoop è intenzionato a trovarne altri 500 mila per sviluppare il suo business e intende avvicinare altre cento università alla rete di atenei che partecipano direttamente al progetto. Ad oggi il sito è ancora troppo poco conosciuto per essere davvero un punto di riferimento su scala globale e, anche se ha già migliaia di iscritti, è soprattutto usato da utenti provenienti da India, Bangladesh, Pakistan e Uzbekistan. Ma ha, senza dubbio, tutte le potenzialità per avere un grande successo.