Una giornata di "Rumoroso silenzio"

di Anna Laudati
Sferrato l’ultimo attacco alla libertà di informazione. Dopo lo sciopero stampa indetto per oggi, 14 luglio, cresce la protesta in rete contro il ddl Alfano (di Ivana Vacca )

getattachment.aspx.jpgMolti sono stati, fino ad oggi, i tentativi di censurare la libertà di informazione, l’ultimo attacco è quello del Decreto Alfano che intende colpire tutti i media, dal più autorevole giornale al più piccolo blog, in particolare mira a porre un freno alla grande diffusione di notizie via web. Dalla vittoria di Barack Obama, alla diffusione delle notizie della crisi iraniana o della censura in Cina, internet ha rivelato la sua forza dirompente proprio attraverso la possibilità di pubblicare, condividere, commentare notizie spesso taciute dai grandi poteri mediatici.

Per oggi, martedì 14 Luglio, la Federazione Nazionale Stampa Italiana ha organizzato uno sciopero dei giornalisti contro l’approvazione del maxiemendamento al ddl sulle intercettazioni. Secondo il sindacato dei giornalisti il ddl Alfano è incostituzionale e limita il diritto di cronaca introducendo “inaccettabili divieti al diritto di informazione sulle indagini e sulle inchieste giudiziarie”. Con vigore viene ribadito che “i giornalisti sono per forza condotti a essere militanti di un solo valore, l'informazione libera”.

La protesta è stata  recepita anche dai blogger che per sostenere il diritto alla rete hanno realizzato un sit-in a piazza Navona ed istituito un network per il diritto alla libera espressione e informazione attraverso la rete internet. «Non si tratta di un'adesione allo sciopero dei giornalisti, ma di una protesta della Rete italiana contro un provvedimento che avrà l'effetto di disincentivare l'uso dei blog e delle libere piattaforme di condivisione dei contenuti», spiegano in una nota i promotori dell'iniziativa. Il decreto infatti prevede anche l’obbligo di rettifica entro 48 ore e sazioni pecuniari per i trasgressori titolari di “siti informatici”. Ovvero chiunque potrà richiedere di rettificare un’informazione pubblicata sui blog, su YouTube o su social network come Facebook, Twitter e MySpace. Verranno così pericolosamente applicate agli utenti della Rete, dai gestori di blog amatoriali e network ai professionisti del settore, le stesse modalità di controllo delle informazioni che la legge sulla stampa pone a carico del direttore responsabile delle testate giornalistiche. Ciò produrrà il risultato di limitare in modo inaccettabile il già precario livello di libertà di informazione in Rete, inibendo chiunque alla pubblicazione di qualsiasi notizia via web.