Pinocchio punisce i bulli

di Anna Laudati

Un’ora di lettura col preside per chi usa la violenza (di Monica Scotti)

pinocchio-di-cecco-mariniello.jpgChi sa se Carlo Collodi  ha mai pensato alla sua opera come ad un potenziale strumento per le “punizioni”. Pinocchio non finì nei guai per aver marinato il primo giorno di scuola? In effetti il celebre scrittore-giornalista doveva avere un’alta opinione dell’istruzione, anche se forse non avrebbe mai immaginato di vedere impiegato il burattino nato dalla sua fantasia per fini correttivi in aula. Succede a Piacenza, dove, Giuseppe Castrillo, preside della scuola media Anna Frank, ha annunciato l’intenzione di ricorrere ad una singolare punizione per gli studenti sorpresi a compiere atti di bullismo: lettura obbligata di brani di Pinocchio  (o in alternativa del libro Cuore) ad alta voce per un'ora nell'ufficio del dirigente scolastico.

Sono lontani i tempi delle bacchettate sulle mani insomma. Alla base dell’ingegnosa trovata ci sarebbero alcuni episodi di minacce verificatisi nella scuola media tra due ragazzi di etnie diverse. Proprio il timore di una escalation di violenze avrebbe spinto il preside, appena arrivato da Napoli, docente universitario ed esperto di letteratura moderna e contemporanea con alle spalle «otto anni di collegio dai Salesiani», a prendere provvedimenti. “Io ci tengo subito a dire che non sono solo il preside fino al cancello, ma lo sono anche fin sulla strada” spiega Castrillo “ per tenere gli studenti sotto controllo, affinchè non passino dalle minacce ai fatti, mi farò trovare fuori in cortile all'ora di entrata e all'ora di uscita. Ma non basta, ho pensato, in caso di episodi di bullismo, di far venire in presidenza i ragazzi: davanti a me, stando in piedi, ciascuno per un'ora leggerà ad alta voce un brano di Pinocchio, e io starò lì ad ascoltare. In alternativa utilizzeremo anche Cuore di De Amicis: alla fine chiederò una breve sintesi della lettura”.Una punizione davvero educativa, anche se il diretto interessato ci tiene a precisare: «La punizione è il dover lavorare col preside, non certo la lettura, che invece ha una finalità didattica. Infatti sono pronto a riconoscere il miglioramento, in caso di buona riuscita del compito: due libri in regalo, pagati di tasca mia».

Magari l’idea servirà  da deterrente per gli studenti più esuberanti tentati di fare ricorso alla violenza, e aiuterà alcuni di loro a riscoprire il piacere della lettura, proprio sfogliando le pagine che parlano di un burattino che finisce nei guai per aver preferito la compagnia del gatto e la volpe a quella dei compagni di classe, un burattino la cui storia potrebbe essere attualizzata e ricordare quella di tanti ragazzi “difficili”.