Parma, quando il cibo avvicina culture diverse

di Redazione

Quattro laboratori itineranti con eventi in tutta la provincia organizzati dalle comunità migranti. L’iniziativa, promossa dal Csv e dal network Cibopertutti, fa parte di Parma Capitale della cultura 2020

Cibo per tutti Un viaggio in 4 tappe per portare il mondo a Parma, con il cibo a fare da ponte per avvicinare le persone e i loro saperi. È l’obiettivo dei “Laboratori itineranti fra cibo e cultura”, parte del più grande progetto che ha permesso alla città di diventare Capitale della cultura 2020.

Ciascuna tappa del percorso, frutto del lavoro del Csv di Parma (oggi confluito nel Csv Emilia) e di Cibopertutti, una rete di venti organizzazioni della società civile, è dedicata a un paese straniero. Il primo è stato il Marocco, ad aprile sarà il Senegal, a giugno l’Etiopia e a ottobre il Madagascar.

Per una settimana in città e nella provincia si realizzano incontri ed eventi che hanno come filo conduttore il cibo e l’ospitalità di un popolo. Ad offrire accoglienza sono ogni volta le comunità migranti residenti a Parma, i “nuovi parmigiani” che rappresentano proprio quel ponte fra culture diverse e luoghi solo all’apparenza lontani.

Ogni laboratorio è un’occasione per riflettere sui legami fra società, cultura e cucina, in cui sono coinvolte scuole, associazioni, centri giovanili, spazi museali, aziende e sedi istituzionali. Tanti appuntamenti organizzati da associazioni e cooperative che insieme vogliono affermare come il cibo sia un diritto di tutti gli esseri umani, che ogni scelta di consumo ha un peso politico e sociale e che l’economia deve imparare necessariamente a essere sostenibile.

La delegazione del Marocco, prevalentemente al femminile, era composta da scienziate, insegnanti, produttrici e artisti che ha portato testimonianze del proprio paese in diversi luoghi della città e della provincia. Cuore dell’evento è stato il tè: ogni pomeriggio, nell’antica farmacia San Filippo Neri si dava vita al rito tradizionale del tè alla maniera marocchina e nel contempo si discuteva di seconde generazioni, prodotti tipici, profumi, amore e religione.

“Per il Csv Emila contribuire a costruire l’agenda di Parma 2020 è una grande opportunità, - ha sottolineato Francesca Bigliardi, referente dell’area promozione. - Vogliamo stimolare le associazioni e gli enti di terzo settore a entrare sempre di più nelle maglie della vita culturale della città. Ci interessa inoltre promuovere percorsi di accessibilità ai luoghi della cultura, per abbattere le barriere, che non sono solo architettoniche. Ci pensiamo con un ruolo attivo rispetto alle istituzioni culturali, perché si aprano alle organizzazioni del territorio e alle loro proposte, come ad esempio le associazioni di migranti che possono offrire letture diverse dei nostri beni culturali”.

Il progetto ha coinvolto anche il Comune di Parma, l’università con il CUCI, il Comune di Sorbolo Mezzani, l’azienda comunale Ad Personam, il DES parmense, l’Istituto agrario Solari di Fidenza, l’Itis Galilei di San Secondo, ALMA -La Scuola Internazionale di Cucina, il Forum Interreligioso di Parma, il Museo d’arte cinese ed etnografico, il Centro giovani Esprit, il Centro sociale autogestito di Sorbolo, l’Associazione Studenti Musulmani Universitari, il GAS di Lesignano Bagni e Mouillettes & co. Cibopertutti è sostenuto dalla Fondazione di Comunità Munus.

(Fonte: CSVnet – Fonte foto: Kuminda)