Napoli. Un Museo "Per-Enne"

di Anna Laudati

Protagonista d'eccezione: Peppe Napolitano, mente ideatrice del progetto che racchiude  percorsi interattivi  da Viviani a Bovio e Bruni fino a Toquinho e 24 Grana (di Bruna Caiazzo)

napoli.jpgMercoledì 2 dicembre a Napoli, nell’Auditorium di via Toscanella a Chiaiano, un concerto, intitolato “Per Enne” ha inaugurato il primo museo della canzone partenopea. “Enne”, questo il nome del nuovo museo-casa della canzone napoletana, si presenta come uno spazio inteso non come un solito luogo di archiviazione bensì come un vero e proprio «contenitore» multimediale.

Una struttura di 500 metri quadri, ideata e gestita dall’ Associazione Teatro stabile della canzone napoletana grazie anche al supporto dell'assessorato al Lavoro della Regione, nella quale il visitatore potrà entrare in contatto con la corposità del dialetto napoletano, assistere all’incontro tra la città e la campagna da cui la canzone partenopea ha avuto origine, confrontare lo stile interpretativo di Enrico Caruso con quello di Sergio Bruni,  e sentire alcuni eventi significativi della storia della città attraverso le note delle grandi canzoni che l’hanno raccontata. Il Museo permetterà a chi conosce e ama la canzone napoletana di riscoprirne le forme rigorose e ai più giovani di conoscerla in modo nuovo e coinvolgente. Infatti come obiettivi principali, l’ente si pone quello di evitare la dispersione  di quell’ immenso patrimonio musicale che caratterizza da sempre la città ma soprattutto di approfondirne la conoscenza in particolare nei riguardi di quei giovani che nonostante vivano in un luogo degradato e abbandonato a se stesso hanno la voglia di riscattarsi e riemergere.

Sono tre i tipi di laboratori didattici dedicati ai bambini delle scuole primarie e medie:quello di chitarra, di mandolino e di liuteria; inoltre è presente una “bottega” di canto, dove i ragazzi tra i 16 e i 28 anni, con talento possono perseguire la loro passione per la canzone classica napoletana. Ecco perché “Enne” si candida a diventare l'agora' delle giovani generazioni - spiegano in una nota gli organizzatori - ; quelle da cui dipende il futuro di questo immenso patrimonio musicale, la sua non-dispersione, la sua identità profonda.