70 gli italiani che vivono sull'isola (di Anna Laudati)
Il potentissimo sisma che stanotte ha colpito Haiti ha avuto conseguenze ancora più devastanti poiché li ha colti assolutamente impreparati, ma - riporta oggi il sito della Cnn - alcuni esperti da tempo lanciavano l'allarme sulla possibilità di un fortissimo terremoto nell'isola di Ispaniola, che Haiti divide con la Repubblican Dominicana. Nel marzo 2008 infatti, durante la 18esima conferenza geologica dei Caraibi cinque scienziati anticiparono la notizia di «un enorme rischio sismico» in corrispondenza di una faglia che si trova nel sud dell'isola, la faglia di Enriquillo-Plaintain Garden dove si è verificato appunto ieri il sisma di magnitudo 7.
Il violento terremoto del settimo grado della scala Richter che ha colpito nella notte di martedì il paese più povero dell'emisfero occidentale, ha distrutto molti edifici e si teme abbia provocato migliaia di vittime. L'epicentro è stato individuato 10 miglia a sud della popolosa capitale Port-au-Prince e, fatto grave, ad una profondità relativamente ridotta di circa cinque miglia. Nell'area densamente popolata colpita dal sisma vivono almeno 1,8 milioni di persone su circa 9 milioni di abitanti dell'intero paese che confina con la Repubblica Domenicana. È il terremoto più violento che ha colpito Haiti dal 1770.
La Farnesina ha reso noto che sono 70 gli italiani che vivono sull'isola. Di questi 12 sono tecnici che lavorano alla costruzione di un'autostrada, gia' contattati dal consolato a Santo Domingo, e stanno bene. Per gli altri si attendono notizie.
Il Dipartimento della Protezione Civile italiano in stretto coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri, con il Ministero della Difesa e con la Croce Rossa Italiana, sta già organizzando un primo team di intervento per il soccorso alla popolazione di Haiti. Lo annuncia in una nota lo stesso Dipartimento precisando che «nella giornata di oggi è prevista la partenza di un C130 della 46° Aerobrigata che porterà nell'isola caraibica un ospedale da campo ed un team sanitario specializzato in medicina di emergenza». «A bordo del velivolo - prosegue la nota - sarà presente anche una squadra del Dipartimento della Protezione Civile che a fianco delle autorità locali si occuperà di pianificare l'eventuale ulteriore invio di materiali e mezzi, anche sulla base delle necessità verificate sul posto».