Via libera alla riforma della sanità USA
Una strada tortuosa quella che si sta per concludere per la riforma sanitaria americana: forti tensioni che hanno coinvolto anche internamenti i principali partiti americani, due testi diversi approvati rispettivamente da Camera dei Rappresentanti e Senato, la pressione delle lobby. Ciò nonostante nella notte «Abbiamo dimostrato al mondo che siamo un popolo ancora capace di grandi cose» ha detto il Presidente Obama alla Speaker della Camera Nancy Pelosi una volta concluse le votazioni sul progetto di riforma.
Potrebbe essere considerata una vittoria di politica interna quella conquistata dall’amministrazione democratica, eppure in ogni parte del mondo i giornali di stamattina titolavano tutti sullo storico voto sulla sanità. Per capire la portata della notizia occorre capire come si presenta oggi il sistema sanitario statunitense prima dell’entrata in vigore della riforma (vai all'articolo). «Il cambiamento non scende dall'alto ma sale dal basso» ha dichiarato Obama presentando il testo di riforma. Una riforma che, se pur sul filo del rasoio, è passata alla Camera dei Rappresentanti con 219 sì contro 212 no, sotto la presidenza di Nancy Pelosi che in questi mesi ha accompagnato il testo verso un iter tutt’altro che facile. La legge di riforma rende obbligatorio stipulare un’assicurazione sanitaria ma la rende accessibile al 95% della popolazione statunitense, estendendo Medicaid anche ai cittadini non anziani ed offrendo benefici fiscali decisivi per chi, altrimenti, resterebbe senza assicurazione. Il testo approvato non include una vera e propria obbligatorietà di assicurare i propri dipendenti per i datori di lavoro ma finalmente viene chiesto alle aziende con più di 50 dipendenti di contribuire alle spese sanitarie.
In tempi di crisi economica, molte critiche sono state mosse sul tema della copertura finanziaria della riforma assicurata dai tagli al programma Medicare e da nuove tasse (comprese quella sulle coperture assicurative che superano i 23.000 dollari per una famiglia di quattro persone, nonché le coppie con un reddito superiore ai 250.000 dollari l'anno). Come ogni compromesso, anche quello sulla riforma sanitaria statunitense ha avuto la sua “vittima sacrificale”: l’aborto. Proprio il compromesso sull’aborto ha infatti garantito alla riforma gli ultimi voti indispensabili per passare alla Camera. La copertura assicurativa, quindi, può includere l'interruzione di gravidanza, ma come un servizio a parte per il quale si paga in modo separato; non è previsto alcun emendamento. «Questa non è una riforma radicale ma è una riforma importante – ha dichiarato, subito dopo il voto favorevole della Camera, il Presidente Obama per il quale - questa legge non aggiusta tutto ciò che non funziona nel nostro sistema sanitario, ma si muove nella direzione giusta». Insomma un’anticipazione sulle nuove sfide che l’amministrazione democratica intende assumersi.