Libano: i cambiamenti climatici in un flash. Concorso per giovani fotografi
Possono partecipare, entro il 18 giugno prossimo, i fotografi dilettanti che risiedono in Libano con un'età compresa fra i 18 e i 25 anni (di Monica Scotti)
Che non ci siano più le “mezze stagioni” è ormai cosa certa, lo dimostrano i costanti e ormai “familiari” guizzi climatici che negli ultimi anni sono arrivati a movimentare la vita dei metereologi. Quello che ancora non si sa, però, è come questi cambiamenti incideranno nel concreto sull’ambiente, il che spinge le organizzazioni internazionali a tenere alta la guardia. Nasce così il concorso lanciato dalla delegazione dell’Unione Europea in Libano per giovani fotografi sensibili ai temi ambientali “Cambiamenti climatici e ambiente in Libano” (info. sul sito ENPI-Information and Communication Support Project www.enpi-info.eu, nato da una collaborazione di network italiani, ciprioti e russi), che mette in palio 1.000 euro per il vincitore, 750 euro per il secondo classificato e 500 euro per il terzo.
Il concorso, la cui scadenza è fissata entro il 18 giugno prossimo, si rivolge a fotografi dilettanti che risiedono in Libano con un'età compresa fra i 18 e i 25 anni, a cui viene richiesto di testimoniare, tramite immagini fotografiche, l'impatto dannoso che l'azione dell'uomo ha sull'ambiente nel loro Paese. «L'Unione europea - spiega il capo della delegazione Ue, Patrick Laurent - è all'avanguardia nella lotta ai cambiamenti climatici, ma i suoi sforzi avranno solo effetti limitati se tutte le nazioni, sviluppate e non, non faranno i passi necessari». Le foto saranno giudicate da una commissione e valutate dal punto di vista del merito artistico, dell'eccellenza tecnica e dell'originalità, ma sarà tenuta in debita considerazione anche la visione personale del giovane fotografo rispetto all'influenza dell'uomo sull'ambiente.
Il Libano, purtroppo, non è certo nuovo ad allarmi lanciati sugli effetti dell’alterazione dell’equilibrio climatico. Uno dei temi che preoccupano maggiormente gli esperti è proprio quello dell’approvvigionamento idrico: pur avendo il più alto tasso di precipitazioni della regione (con una media di 827 mm paragonati ai 630 mm di Israele, 252 mm in Siria e solo 154 mm in Iraq secondo il Journal of Water Resources Planning and Management del settembre 2002) il “paese dei cedri” rischia di soffrire la siccità a causa dell’intenso sfruttamento delle risorse idriche riservate all’agricoltura e dell’aumento delle temperature stagionali che sottrae acqua all’uomo. La questione idrica non minaccia solo di deturpare uno dei paesaggi più affascinanti e rigogliosi del vicino oriente, ma mette seriamente in discussione l’equilibrio sociale del paese alimentando faide civili e malcontento fra la popolazione (la costruzione di una diga non gradita allo Stato di Israele pare fosse all’origine anche dell’ultimo conflitto armato combattuto in Libano nel 2007).