Web, esperti "ripuliscono" l'immagine online di chi cerca lavoro

di Anna Laudati

(da Reuters.it)

raputation_defender.jpgChi cerca lavoro farebbe meglio a stare attento alla propria immagine in Rete -- ovvero ai dati che saltano fuori quando si digita il proprio nome in Google -- e se è il caso, dare una "ripulita" al suo profilo.

Sono sempre di più infatti, i datori di lavoro che dichiarano di compiere una ricerca "aggiuntiva" su Google rispetto al curriculum del candidato che devono esaminare, per scoprire qualcosa in più, e spesso scartano un potenziale dipendente proprio in seguito alle scoperte fatte in Rete.

Per questo sono nati servizi di "difesa della reputazione" come quello offerto da ReputationDefender.com, che per 10 dollari al mese invia al cliente un report con tutti i risultati delle ricerche internet sul suo conto.

Per 30 dollari al mese, ReputationDefender si occupa inoltre di "ripulire" i risultati delle ricerche da qualsiasi elemento che per il cliente potrebbe risultare lesivo della propria reputazione, come ad esempio una fotografia da ubriaco ad una festa universitaria, o un post poco gratificante scritto da una ex fidanzata.

Anche dall'altra parte della barricata tuttavia la tecnologia aiuta: mentre ReputationDefender lavora solo con clienti individuali, DefendMyName.com offre servizi sia ai candidati che ai datori di lavoro, fornendo report dettagliati basandosi su ricerche internet.

Uno studio su 1.150 manager del sito trovalavoro Careerbuilder.com ha scoperto che il 26% dei manager ammette di utilizzare i motori di ricerca come Google e il 12% usa i siti di social networking come Facebook.com nel processo di selezione del personale.

Tra questi, il 63% ha affermato di aver rifiutato dei candidati proprio in seguito a scoperte fatte durante la ricerca.