Roma.3000 studenti in piazza per la pillola del giorno dopo: "Sessualità libera e responsabile"

di Anna Laudati

Sull' aborto venti anni di polemiche: dall’obiezione di coscienza alle pressioni ecclesiastiche ad oggi. Sit-in sul Trastevere per liberare la pillola dalla prescrizione medica: “Diritto dei cittadini a conoscere”. Dura la replica del Ministro della Salute: “Può dare gravissime complicanze” (di Angelo di Pietro

_4minipillola-abortiva-ru486-vaticano.jpgUno dei temi che più spesso fa capolino nei vari angoli di discussione mediatica è l’educazione sessuale. Il tempo passa, la società evolve e “le api e i fiori” sono ancora la metafora preferita dagli educatori. Proprio per rompere questo tabù, l’8 marzo, con un sit in di tre ore sul Lungotevere romano, i Radicali Italiani e gli studenti dell’Associazione Luca Coscioni, hanno manifestato e consegnato 3000 firme al Ministro della Salute per liberare dalla ricetta medica la pillola del giorno dopo.

La manifestazione è organizzata, non a caso, durante la festa della donna, per affrontare il problema e sottolineare che in molti casi l’interesse primario da difendere sia proprio quello femminile: “Nonostante il tentativo truffaldino di confonderla con la pillola abortiva, si tratta di un contraccettivo di emergenza" ha spiegato Annalisa Chierico, segretario dell’Associazione, “In Francia è distribuito gratuitamente alle minorenni e in molti altri Paesi, tra cui la civilissima Gran Bretagna, in Belgio e in Spagna, è venduto come un normale farmaco da banco senza ricetta medica. La sessualità deve essere vissuta in maniera libera e responsabile". Di fronte gli impacci burocratici e malgrado la buona volontà dei manifestanti, la replica del Ministro Ferruccio Fazio, durante le Giornate Farmaceutiche Piemontesi, è un secco no: “La decisione spetterà all'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco, ndr), ma come ministro e come medico escludo nel modo più assoluto l'abolizione della ricetta per la pillola del giorno dopo. Ci sono ampie dimostrazioni scientifiche che la pillola può dare gravissime complicanze e in alcuni soggetti, come chi ha problemi vascolari, è altamente controindicata”

Cerchiamo di chiarire la situazione e spulciamo la rete in cerca di informazioni. In Italia la pillola è vendibile solo dietro prescrizione medica. Il che premette la necessità di rivolgersi a consultori, pronto soccorso o medici di base. Se però incappiamo in un obiettore di coscienza, che ci rifiuta la prescrizione per motivi etici, la nostra ricerca si trasforma in un pellegrinaggio. E il pellegrinaggio diventa una corsa contro il tempo, dato che la pillola deve essere assunta entro 72 ore dall’ultimo rapporto. La Repubblica, qualche tempo fa, metteva in prima pagina un’inchiesta proprio su questo problema: la metà degli ospedali romani rifiuta di prescrivere la pillola. La polemica sulla legittimità dell’obiezione risale agli anni ’80 e, guarda un po’, è intrisa di poteri politici: nonostante la Federazione dei Medici in svariati documenti (tra cui il Codice di Deontologia) afferma la necessità di “adoperarsi per tutelare l'accesso alla prescrizione nei tempi appropriati”, le maggiori pressioni sul mondo politico sono venute dal mondo cattolico, che nel tempo ha fatto prevale le proprie tesi.

Tuttavia, finché l’approccio al problema continuerà ad essere meramente politico, la situazione non potrà cambiare e tantomeno essere analizzata con cura. Fortuna vuole che non siamo gli unici a pensarla così. Lo stesso Fazio afferma: “E' un problema di sicurezza, non è assolutamente un problema etico. E vorrei che la politica stesse fuori da queste cose".