"Una giornata italiana". Un documentario per raccontare una giornata italiana con gli immigrati
Dalla carta al web per ascoltare le parole di protagonisti troppo spesso “invisibili” (di Gianfranco Mingione)
Sono tanti, troppi, ci portano via il lavoro, vogliono imporci la loro cultura, insidiano le nostre donne. Italiani, brava gente abbiate paura di loro. Di chi? Degli immigrati. Oramai sono molteplici i luoghi comuni su cui si fondano molti degli stereotipi che vedono implicati i “nuovi cittadini” in racconti che tutto sono tranne che lo specchio della realtà. Lo specchio di una realtà italiana positiva, costruita anche e grazie al loro contributo.
Il web documentario “Una giornata italiana” nasce e si basa sul libro scritto da Riccardo Staglianò, giornalista de la Repubblica, “Grazie. Ecco perché senza immigrati saremmo perduti”, edito da Chiarelettere. Attraverso una chiara e semplice operazione di sintesi, basata su ricerche e non su leggende metropolitane e mass media generalisti, gli stessi immigrati raccontano il loro lavoro: si va dai camionisti albanesi e rumeni del nord-est, sottopagati e sfruttati per turni massacranti, all’addetta delle pulizie etiope con nostalgia della propria terra, alle famose tate e colf che seguono una famiglia italiana su dieci e via dicendo.
Dal libro e dal video documentario emerge una costellazione, una galassia di persone troppo spesso sfruttate, marginalizzate, prese di mira come capri espiatori della crisi sociale e culturale di un Paese, l’Italia, nel quale la politica, in primis, non riesce a riformarsi e a riformare. Il quadro che emerge da questa video inchiesta è composto di persone che giorno dopo giorno aiutano la nostra collettività, di cui anch’essi fanno parte, attraverso importanti lavori di rilievo sociale. Non parliamo quindi di persone affette da varie dipendenze, come droga, alcool e quant’altro, ladri, ma di gente che è qui per svolgere un’attività lavorativa che, nella maggior parte dei casi, non sarebbe svolta da nessun italiano. Persone spesso in fuga dal loro paese d’origine dove impazza una guerra, dove ce la fame, la povertà, la mancanza di cose che noi solo lontanamente possiamo immaginare abituati come siamo all’opulenza e al facile consumo.
E allora, perché tutte le leggende metropolitane prendono il sopravvento? Perché, se è vero che i numeri sono importanti, a parlare non sono i grandi numeri, quelli che ci dicono che a produrre ben il 10% del nostro PIL sono proprio loro? Forse un aiuto a comprendere il mondo moderno, la sempre crescente e positiva multiculturalità può darcelo proprio la lettura di libri, come quello di Staglianò, e per i più pigri o amanti del web basta solo accendere le casse del proprio pc e ascoltare i micro racconti di chi viene qui per darci una mano. Sognando, magari, di poter tornare un giorno nella sua terra d’origine. Per vedere il video documentario clicca qui.