Emergenza "bravate": quando il "brivido" vince sul buon senso
Succede sull'autostrada Milano-Genova. Tredici minorenni giocano a sfidare il pericolo (di Monica Scotti)
Invincibili come supereroi, è così che ai giovani piace sentirsi e oggigiorno grazie ai fumetti, ai videogiochi e ai film, non è poi così difficile per loro regalarsi l’emozione di istanti da brivido, ma cosa succede quando la voglia di sfidare il pericolo entra anche nella vita reale? Succede che una manciata di ragazzini arrivi a partorire la brillante idea di fare lo slalom fra macchine lanciate a folle velocità sull’autostrada, succede che si rischi la vita per una scarica d’adrenalina o per fare colpo sui coetanei, succede, in alcuni casi, che chi pratica giochi pericolosi muoia.
L’ultimo episodio, due giorni fa, in Italia è quello che vede protagonisti un gruppo di giovanissimi (tredici minorenni di età compresa fra i 14 e i 16 anni) sorpresi dalle forze dell’ordine sull'autostrada Milano-Genova ad attraversare più volte di corsa un rettilineo tra Bolzano e Rivarolo mentre i compagni riprendevano tutto col cellulare per poi caricare l’impresa su youtube. A dare l’allarme sono stati alcuni abitanti del posto spaventati dal continuo viavai di ragazzi fra le corsie. Loro, i protagonisti dell’assurda vicenda, ridevano mentre mettevano a rischio le proprie giovani vite e, una volta fermati, si sono giustificati dicendo che volevano “far colpo sulle ragazze”. Sembra infatti che quello di giocare a fare il supereroe sia uno “sport” che paga in termini di notorietà fra gli internauti.
Le “discipline” praticate da chi è disposto a lasciare la vita in cambio di alcuni minuti da brivido sono diverse e hanno tutte il loro seguito di “fan” sul web: c’è la corsa contromano in autostrada; c’è il “pulcin bagnato”, famoso negli anni ’60, che vedeva due auto lanciate l’una contro l’altra a velocità crescente, il primo pilota a sterzare per evitare l’impatto finiva deriso e additato come “il pulcino bagnato”, un debole e un codardo; c’è lo “skylarking”, anche detto “suicide suffers” (letteralmente: serfisti suicidi) che è molto in voga nei paesi anglosassoni e nel nord-est europeo, si “gioca” cavalcando non più onde ma potenti e veloci mezzi di locomozione, spesso treni a cui si viaggia appesi o in precario equilibrio sul tetto, i “trainrider” rischiano di finire schiacciati contro pali o lungo sottopassaggi, rischiano l’impatto con rami sporgenti, cavi dell’alta tensione o di cadere (nel 2003 un ragazzino morì schiacciato da un pilone a New York, mentre in Germania uno dei “serfisti” folli è arrivato a simulare la propria morte per leucemia e a pubblicare video d’addio su youtube pur di sfuggire alla polizia tedesca); c’è il “base jumping”, veri e propri salti con o senza paracadute effettuati da alti edifici, montagne, c’è anche chi si è lanciato contando di atterrare solo su uno strato di neve che attutisse la caduta.
Quello che emerge da uno studio superficiale del fenomeno è che i giovani sembrano preferire pochi attimi di adrenalina alla tutela della propria e dell’altrui incolumità. Simili “bravate”, infatti, espongono al rischio di lesioni e postumi gravissimi (tremori e spasmi, crisi epilettiche, demenza, amnesia, coma) sia chi le pratica sia chi suo malgrado ne viene coinvolto (spesso ignari passanti o automobilisti). Tuttavia sono sempre più numerosi i video che ritraggono ragazzi intenti a compiere imprese stupidamente rischiose diffusi attraverso i social network e sempre più numerosi i commenti ammirati di chi vorrebbe emularli.