Addio vecchio, caro, giornale: sei carta straccia!

di Anna Laudati
Quando il Pulitzer, prestigioso premio giornalistico, consacra un sito web...ci si interroga sul futuro della carta stampata (di Claudia Gorgoglione) 

navbar-logo.pngPer poco più di novantanni, il Premio Pulitzer – noto premio giornalistico assegnato per la prima volta nel 1917 a Joseph Pulitzer – ha incoronato per la sezione Giornalismo illustri penne della carta stampata che sembano essere snobbate nelle ultime due edizioni a favore della scrittura on line. Infatti.

Ad aggiudicarsi l'imponente premio è stato Propublica, un sito web voluto da un gruppo di reporter sul web grazie ad un'inchiesta sugli ospedali dopo il passaggio dell'uragano Katrina. A questo punto sorge spontanea una riflessione sulle sorti del giornale. Il giornale, un tempo unica fonte di informazione e svago, pare trovasse il suo pioniere nell'antenato tedesco circa quattrocento anni fa ed in quello ufficiale francese “La Gazette”. Nelle forme e nei modi in cui soltanto il mercato editoriale sa evolversi, da chè la nostra memoria ne consente il ricordo il giornale quotidiano, settimanale o periodico che sia, si rivela in tutto il suo fascino conferendo alle letture un chè di sacro ed al rituale della lettura quello di “momento topico”. La tossicità di un odore amabile di inchiostro e l'impronta digitale conseguente al piacere di sfogliare grandi pagine indomabili prima e più contenute poi, per quanto riguarda i quotidiani; l'effimera inconsistenza  di pagine sottili e riciclate/riciclabili per riviste solo per donne, solo per uomini, solo per geni, solo per cuoche, solo per il Signor Pollice Verde e via discorrendo: sono solo un ricordo, forse.

Oggi le donne visitano limilleriviste per donne on line, gli uomini i pochi magazine on line dedicati a loro, i geni si perdono nei meandri della rete o diventano hacker, le cuoche che non si fidano della Clerici bazzicano sui siti di stravaganti composizioni culinarie e  i Signori dai verdi pollici si affidano a verdi pagine tutte da cliccare. Con l'autorità della carta scomparirà la tenacia per ottenere tesserini con il sudore: articoli scritti all'ultim'ora si paleseranno allora in tutta la loro vanità. La scrittura sarà realmente del popolo dei lettori, scrittori in erba capaci e non, ma pur sempre scrittori, cronisti, giornalisti. Cambiamento è spesso miglioramento, ma anche no. Scompare la diffusione culturale e porta con sé come principale conseguenza la scomparsa della professionalità, della figura che ieri con la penna ed il taccuino ed oggi con una rapida-semplice-ed-efficace tastiera elargisce parole, concetti e refusi all'affamato gregge. Noi tutti saremo verremo chiamati a ricoprire il ruolo di cronisti, opinionisti e critici...ma saremo davvero pronti al cambiamento?