Maurilio Cacciatore e la sua passione. Un talento tutto del Sud
Nota a tutti come la Tebaide d’Italia, Massafra, un paese della provincia di Taranto, “partorisce” da diversi anni vari talenti che riescono a fare strada nel campo della musica, della danza, del cinema. Questa volta parleremo con un compositore musicale, Maurilio Cacciatore. (Mariella Vinci)
Presenteremo brevemente il suo curriculum (essendo troppo lungo) e subito dopo potrete leggere l’intervista da lui rilasciata. E’ la storia di uno giovane del Sud Italia. Una storia come tante, forse, il cui protagonista, con rammarico per dar forma ai propri sogni lascia il suo Paese, le sue origini, le sue tradizioni, i suoi affetti. Ci ritornerà?
Maurilio Cacciatore nasce a Taranto il 3 giugno 1981, dopo gli studi di pianoforte, composizione e musica elettronica in Italia e Svezia e gli studi di Comunicazione Internazionale presso l’Università per Stranieri di Perugia, consegue nel 2008 il diploma di composizione con menzione "très bien" nella classe d’Ivan Fedele presso il Conservatorio di Strasburgo e si aggiudica il premio Sacem per la sezione composizione.
Sempre con I. Fedele, continua la sua formazione presso l’Accademia Nazionale di S. Cecilia. Tra il 2009 e il 2010 segue il Cursus I in informatica musicale all’IRCAM (Parigi). Oltre agli insegnamenti di Ivan Fedele, l’incontro con i compositori Michael Jarrell, Georges Aperghis e Yan Maresz, assieme al rapporto con interpreti come Armand Angster e Mario Caroli, contribuisce a delineare le sue prime idee estetiche e compositive.
Nel 2006, é stato finalista al Concorso Internazionale di Composizione Music Today di Seoul (Corea del Sud) ed è selezionato anche dall’associazione americana Vox Novus per una serie di concerti. Dal 2004, anno della prima apparizione all’estero al Siren Festival di Göteborg (Svezia), la sua musica è programmata in numerosi Paesi europei, negli Stati Uniti, in Corea, Giappone e Australia. Nel 2008 i suoi Due Anfibi, per dodici voci amplificate, sono incisi dalle Voix de Strass dirette da Catherine Bolzinger.
E’ uno dei membri fondatori dell’ensemble L’Imaginaire di Strasburgo. Recentemente è stato selezionato per la prossima sessione Voix Nouvelles della Fondazione Royaumont e dall’Ircam per il Cursus II.
Innanzitutto complimenti per il tuo c.v., data anche la tua giovane età. Maurilio, di cosa ti occupi attualmente?
“A settembre 2009 mi sono trasferito a Parigi per il Cursus I dell’Ircam. L’ricam è un centro di ricerca che tratta il suono a 360° (ci sono gruppi di ricerca per la fisica strumenti, per l’interazione in tempo reale con il computer fino… alla riduzione del rumore nei motori Renault…); ovviamente io mi occupo di ricerca artistica, cioè di coniugare le ultime scoperte in ambito tecnologico al mio percorso compositivo. Affascinato dal linguaggio Lisp (un linguaggio di programmazione usato nell’intelligenza artificiale), in questo momento mi dedico allo sviluppo di modelli fisici, utilizzando conoscenze e risorse accumulate nei mesi precedenti”.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“Il 24 febbraio 2011 al Teatro Dal Verme di Milano ci sarà la prima di Stesso Denso, (brano su cui sono ancora al lavoro!), commissionato dall’orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano diretta da Antonello Manacorda. E’ il primo lavoro importante in Italia dopo sei anni di “quasi auto-esilio”. Il prossimo 23 agosto parto per una residenza di tre settimane all’abazia di Royaumont, dove l’ensemble Linea e il coro Les Cris di Parigi creeranno il mio Kyrie, per dodici voci e sette strumenti. E’ la prima volta che mi cimento con un testo sacro, con tute le difficoltà che esso crea. Proprio in questi giorni sono al lavoro per completare la prima stesura del pezzo…
Speriamo bene!
Inoltre, l’ensemble Artefacts di Atene inciderà i miei brani di musica da camera per produrre un cd monografico il prossimo anno. E’ una cosa che mi dà immensa gioia, anche perché cade durante i miei trent’anni e nell’anniversario dei miei venticinque anni di musica”.
Torneresti mai a vivere a Massafra?
“Forse in età anziana. Il problema ora è tornare in Italia, in una qualunque città. Ho voluto vivere ancora a Perugia per qualche mese, dopo l’esperienza dell’Ircam; ho trovato il mio Paese ancora peggiorato. In Italia la crisi strutturale dei nostri dicasteri e dei nostri conti pubblici si mischia alla crisi finanziaria transitoria di questi anni. Il risultato è un mix micidiale: la necrosi di ogni sviluppo. Sono molto preoccupato per il mio Paese; a settembre vado via un’altra volta e non lascio l’Italia sereno. Da fuori si vedono le cose razionalmente e purtroppo io mi rendo conto che in Italia la gente si è abituata ad avere poco. E a chiedere quasi nulla”.