Università. Tempo di mare… e tempo di scelte

di Marco Di Maro

La “campanella” è suonata… ragazzi, non c’è tempo da perdere! Difficile superare i test di ammissione alle facoltà più ambite. Dalle interviste ad alcuni studenti emerge la consapevolezza che attualmete l'Università va affrontata con molto impegno e a prescindere da un fututo "lavorativo" certo. (Mariella Vinci)

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Siamo nel pieno dell’estate. E’ quindi tempo di vacanze, tempo di mare, di sole, di ombrelloni, ma anche tempo di scelte. Scelte per chi ha appena sostenuto il tanto agognato, seppur “terrorizzante”, esame di maturità. E’ tempo quindi di esser “maturi”. Immettersi nel mondo del lavoro o iscriversi all’università? E’ questo il dilemma che attanaglia (insieme al caldo) i giovani appena diplomatisi. Se dovesse essere l’ultima opzione ad essere scelta, diventa un “incubo” scegliere la facoltà universitaria giusta, in quanto fare pronostici in questo momento storico non credo serva molto.

Molti giovani, oggi, scelgono di iscriversi alla facoltà di Medicina o attinenti al campo medico. Alcuni di questi lo fanno nella ricerca di uno status sociale elevato e di guadagni consistenti, tralasciando l’aspetto vocazionale e i principi etici. Ad indagare il livello di gradimento delle materie dei corsi universitari e il loro livello di diffusione è uno studio realizzato da Alma Laurea. Tra le meno gradite alle "matricole" anche pedagogia e storia, le più apprezzate ingegneria civile, architettura e scienze mediche, mentre la più presente nei corsi è ancora giurisprudenza.

Statistica, antropologia e geografia, anche se necessarie per interpretare la realtà, occupano gli ultimi posti della “classifica di gradimento” di chi si appresta a entrare negli atenei italiani. In definitiva non basta sapere quali sono le professioni di cui c’è più necessità (o che sono più redditizie) per fare la scelta giusta ma è importante fare un’analisi ben precisa delle proprie attitudini, capacità e soprattutto interessi.

“Avevo provato a settembre il test per Medicina a Pavia – dice Giulia di Taranto – perché volevo fare Psichiatria, ma non è andato bene. Avevo scelto quella facoltà proprio per avere una certezza di trovare lavoro facilmente. Ora voglio iscrivermi a Lettere Classiche. Cosa mi aspetto dall'università? Mi aspetto di imparare molte cose, conoscere persone nuove e di avere anche un contatto con il mondo del lavoro senza pensare però esclusivamente a quello, perché pensandoci troppo, in passato ho sbagliato”.

Del parere opposto, invece Antonio, che ha deciso di iniziare a lavorare, con il diploma da perito industriale ha già trovato occupazione in un’azienda di carpenteria metallica.“Lo studio non è per me - ha dichiarato - proverò questa esperienza sperando che vada tutto per il meglio, considerando le difficoltà economiche. A chi intende iscriversi all’Università il mio consiglio è di impegnarsi seriamente e di evitare di sperperare tempo e denaro”.

A voi tutti… In bocca al lupo!