Tetti che cadono, scuole inagibili: parlano gli Studenti

di Francesco Gentile

Dopo il caso della giovane studentessa del Liceo Umberto di Napoli,ferita da una lastra di plexiglas, ServizioCivileMagazine intervista Francesco Cannone, vice-presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Napoli. (Francesco Enrico Gentile)

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Tetti che cadono, scuole inagibili, studenti feriti: che succede alle strutture scolastiche di Napoli e della sua provincia?
Nulla di nuovo: come spesso accade in Italia, una tragedia fa puntare i riflettori su situazioni di emergenza cristallizzatasi in normalità.
Il caso del Liceo Classico Umberto I di Napoli fa riflettere  stavolta sulla drammatica condizione dell'edilizia scolastica, in Campania, non solo nella provincia di Napoli, ancor più grave rispetto a quasi tutte le altre regioni.
Lunedì scorso alle 13 una ragazza del 5° anno che si trovava nella piazzetta antistante all’edificio è stata ferita alla testa da un’usurata lastra di plexiglass staccatasi dal lucernario dell'ultimo piano a causa del forte vento, rischiando di morire. Colpa del vento, certo. Ma non solo. In ogni scuola, come in ogni luogo di lavoro, esiste un responsabile per la sicurezza. Ma è comunque al preside che quel che accade viene imputato. Il dirigente scolastico, però, non può in questi casi intervenire direttamente; deve limitarsi a individuare e segnalare i problemi e richiedere interventi: è la Provincia, che da noi funziona poco e male, a doversi occupare della manutenzione degli immobili delle scuole superiori.
Gli studenti dell’Umberto hanno osservato con sdegno e preoccupazione, manifestando (giustamente) voglia di protestare, di farsi sentire: non è possibile, le cose devono cambiare. Vogliono poter andare a scuola senza la paura di rimetterci le penne. Sembra una richiesta titanica, perché da noi s‘interviene veramente (forse) solo in seguito a simili incidenti, per il clamore mediatico che suscitano o per la loro stessa gravità.
E nelle altre scuole campane la situazione non è migliore, anzi. Infinita è la serie di problematiche. Molti sono gli istituti dove non è presente una vera e propria sede scolastica e nei quali l’impianto organizzativo di studenti e docenti è costretto a dislocazioni in sedi provvisorie, rivelatesi in seguito definitive. Vi è poi un elevato numero di edifici scolastici che non rispettano neanche le più basilari pianificazioni di sicurezza. E, infine, sono innumerevoli le strutture in cui prevale la fatiscenza di finiture basilari e la mancanza o l’inadeguatezza dei laboratori tecnici. Ci si ricorda di tutto questo solo se qualcuno paga il conto con la morte o quasi.

Dal punto di vista economico, le istituzioni come stanno approcciando al problema? E gli studenti che tipo di iniziative hanno messo in campo?
Le associazione studentesche stanno discutendo del tema col MIUR mediante appositi tavoli tecnici, mentre la rappresentanza studentesca istituzionale chiede da anni l’istituzione di tavoli di confronto e commissioni di vigilanza, per monitorare le varie situazioni scolastiche riscontrate sul territorio di competenza, e che l’anagrafe nazionale sull’edilizia scolastica, contenente i dati su manutenzione e sicurezza, venga resa pubblica.
Economicamente, solo fondi europei all’orizzonte: FESR, ai quali in Campania si può ricorrere fino al 2013, e FAS, dai quali di recente il MIUR ha attinto, in assenza d’altro, 1 miliardo di €: 226 milioni indirizzati in Abruzzo, 358.422 alle regioni e per il restante capitale è in programma una serie di interventi compartecipati futuri. I rappresentanti degli studenti hanno richiesto che venga modificato il criterio di stanziamento dei finanziamenti dalle regioni alle province e che esse siano tenute a stilare insieme ad un’apposita commissione tecnica di ispezione una lista degli interventi in ordine d’urgenza, in modo che i fondi possano essere indirizzati agli istituti che maggiormente li necessitano.

Cosa chiedete a chi è preposto alla manutenzione degli Istituti?
Semplicemente di fare al meglio il proprio dovere in maniera trasparente, efficiente e rapida, agendo in base ad oggettive priorità d'intervento grazie a un costante monitoraggio, al fine di ridurre ogni rischio potenziale e di migliorare la qualità del servizio formativo offerto.