"Italics" dal '68 al 2008. Tradizione ed evoluzione dell'arte italiana a Venezia
Inaugurata a Venezia il 27 settembre 2008, la mostra “Italics” ripercorre quarant’anni di arte italiana. Da Michelangelo Pistoletto, a Renato Guttuso, questi sono solo alcuni dei nomi dei grandi artisti presenti alla mostra lagunare (di Gianfranco Mingione)
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Parlare di arte non è mai facile, parlarne ai giovani ancora meno e tantomeno lo è parlarne in chiave organizzativa e interpretativa. Organizzare una mostra come quella presentata a Venezia, presso lo storico Palazzo Grassi, e dare in pasto ai lettori-fruitori delle opere d’arte una rassegna così ampia ed importante è stato molto impegnativo. Diversi i punti di forza di questa mostra. Il primo che balza agli occhi è il periodo storico-artistico messo in scena: dal 1968 al 2008. Decenni completamenti diversi a confronto. Il finire degli anni sessanta, identificato per antonomosia con il 1968, apre la rassegna.
Da Michelangelo Pistoletto, artista animatore e fautore dell’Arte Povera, agli anni settanta con, fra i tanti, il celebre Renato Guttuso e la sua opera “I funerali di Berlinguer, in cui si celebra la morte non solo dell’uomo-leader carismatico del comunismo italiano ma anche la morte di un epoca storica, coincidente con la fine delle ideologie. Gli anni ottanta vedono le opere di Bruno Munari, designer e artista, del libero Gino De Domicis,; per arrivare poi al contemporaneo in senso stretto e alle opere di Maurizio Cattelan, discusso e noto autore contemporaneo e molti altri artisti ancora.
La mostra offre un ampia rappresentazione di questi anni, della loro complessitа e diversità sociale, e quindi artistica, attraverso lo sguardo di molti artisti. Così come afferma il curatore della mostra, Francesco Bonami, “Italics. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione, 1968-
Ed è forse questo il punto di forza della mostra. Ricercare il non ricercato dai meandri, spesso cupi e troppo invischiati nelle logiche sistemiche della distribuzione del mercato dell’arte, della storia artistica dei molti volti e mani che hanno “giocato” con le forme, i colori e gli spazi in quella dimensione metafisica che è l’Arte. Come insegnano gli antichi greci, se ad una domanda si risponde con un’altra domanda non può non elevarsi lo spirito e la riflessione su di sé e ciò che ci circonda.
La mostra resterà aperta fino al 22 marzo 2009 presso Palazzo Grassi, a Venezia, Campo San Samuele, 3231. Orari di apertura: dalle ore 10 alle ore 19. Chiuso il martedì. Per tutte le informazioni: www.palazzograssi.it